5 non preclude la formulazione di un giudizio di adeguatezza anche in relazione alle legittime aspettative reddituali conseguenti al contributo personale ed economico fornito da ciascun coniuge alla conduzione della vita familiare ed alla formazione del patrimonio di ciascuno ed a quello comune. Tali criteri (condizione e reddito dei coniugi, contributo personale ed economico dato da ciascuno alla formazione del patrimonio comune, durata del matrimonio, ragioni della decisione) agiscono come fattori di moderazione e diminuzione della somma considerata in astratto e possono valere anche ad azzerarla. n. 11 del 2015, sollecitata proprio in sede di denunzia d’illegittimità costituzionale del criterio attributivo dell’assegno di divorzio costituito dal tenore di vita goduto durante il matrimonio. Si tenga presente che la nuova regolamentazione francese degli effetti del matrimonio corrisponde a quella prevalente in Europa. L’interconnessione tra i due parametri viene precisata dall’affermazione contenuta nella pronuncia n. 6719 del 1987, secondo la quale la funzione dell’assegno di divorzio non è remunerativa ma compensativa, essendo preordinata all’obiettivo del “giusto mantenimento” in relazione, non solo all’apporto del coniuge richiedente alla conduzione della vita familiare, ma anche alla formazione del patrimonio comune ed in particolare al rafforzamento della sfera economico patrimoniale dell’altro coniuge. Assegno di divorzio: definitivamente cancellato il criterio guida del “tenore di vita goduto in costanza di matrimonio”. Inoltre, non può trascurarsi, per la ricchezza ed univocità dei riscontri statistici al riguardo, la perdurante situazione di oggettivo squilibrio di genere nell’accesso al lavoro, tanto più se aggravata dall’età. 6. Si tenga peraltro conto che una sentenza del tribunale di Trieste ha escluso il diritto all’assegno divorzile per la moglie con un part-time se questa non chiede prima al proprio datore di lavoro un estensione delle ore (da part-time a full-time) e l’azienda gliele nega. La statuizione della sentenza d’appello non è idonea a configurare un indebito oggettivo perché dispone per l’avvenire. Quantificazione dell'assegno per i figli. solidarietà post coniugale, riguardando esclusivamente la relazione tra il cittadino-contribuente e l’autorità statuale o pubblica in senso ampio. Assegno di mantenimento 2018: per la Corte d’Appello di Roma per il calcolo dell’importo non va considerato il tenore di vita avuto dalla coppia durante il matrimonio. Oppure iscriviti alla nostra newsletter per rimanere sempre aggiornato. Il matrimonio concordatario tra le parti è stato celebrato nel 1978. Pensiamo al caso di una donna che ha sempre fatto la casalinga di comune accordo con il marito (lui guadagna e lei pensa alla casa e ai figli) e non si è mai inserita nel mondo del lavoro, non ha mai avuto un’esperienza e non saprebbe da che parte cominciare per convincere un’azienda ad assumerla. 3520 del 1983). 5 c. 6 attribuisce all’assegno di divorzio una funzione assistenziale, riconoscendo all’ex coniuge il diritto all’assegno di divorzio quando non abbia mezzi “adeguati” e non possa procurarseli per ragioni obiettive. La stessa Corte Costituzionale con la sentenza n. 11 del 2015 ha ritenuto del tutto legittimo tale criterio, allora costantemente seguito dalla giurisprudenza; 5.3 l’applicazione del criterio dell’autosufficienza economica è foriero di gravi ingiustizie sostanziali, in particolare per i matrimoni di lunga durata ove il coniuge più debole che abbia rinunciato alle proprie aspettative professionali per assolvere agli impegni familiari improvvisamente deve mutare radicalmente la propria conduzione di vita; 5.4 il richiamo, contenuto nella sentenza n. 11504 del 2017, all’art.337 septies cod. Altre volte, si dà rilievo alla nascita di figli, la presenza dei quali “costituisce plausibile garanzia della stabilità del rapporto.”. 179 comma 1º, lett. Possono, tuttavia, porsi in luce alcuni principi comuni, posti in luce dai lavori svolti dalla Commissione Europea del diritto di famiglia (C.E.F.L. (21) Corte Costituzionale 11 febbraio 2015, n. 11 – Pres. 2 e 23 Cost), il cui oggetto è costituito esclusivamente dalla determinazione dell’assegno, ed alla quale può accedersi soltanto all’esito positivo della prima fase, conclusasi con il riconoscimento del diritto -, di tutti gli elementi indicati dalla norma («[….] Emerge, in conclusione, corrispondenza tra la collocazione dell’assegno di divorzio nell’alveo degli artt. E in effetti, ut supra indicato, a partire dalla stessa sentenza delle Sezioni Unite del 1990, la giurisprudenza aveva sottolineato costantemente che, una volta accertata la sperequazione dei redditi fra i coniugi, la concreta determinazione della misura del credito debba avvenire tramite la concorrenza di parametri compositi. Ma vediamo una cosa alla volta. Assegno di mantenimento e crisi economica causata dal COVID19; COVID-19: La sospensione del canone di locazione non è automatica; Diritto di visita del genitore non collocatario ai tempi del Coronavirus; Assegno di Divorzio, Cassazione: Addio al “Tenore di Vita” Assegno divorzile, cassazione: Addio al “Tenore di Vita” Calcolo bonus 600 Euro per professionisti, Come partecipare alla vendita telematica di beni immobili nelle esecuzioni civili - e-Book in pdf, Integra il delitto di ricettazione il rinvenimento all’interno di un’autofficina di un cospicuo numero di pneumatici recanti i segni identificativi della loro produzione, La tutela del marchio offerta dal Codice della proprietà industriale. Entrambe le sentenze si sono richiamate ai lavori preparatori della nuova legge. così come pure nel reg… 2, 3 e 29 Cost. La norma fu accolta da una parte della dottrina come istitutiva di uno strumento volto a riequilibrare la condizione economica del coniuge danneggiato dallo scioglimento del matrimonio, pertanto l’assegno veniva considerato come un’indennità, ovvero un risarcimento del danno causato da un fatto lecito (2). IL QUADRO COMPARATISTICO EUROPEO ED EXTRAEUROPEO. Assegno di mantenimento: la Cassazione e il tenore di vita della coppia prima della crisi. 2 Cost. civ. 29 Cost.) Prendere l’assegno di mantenimento dopo un divorzio non sarà più così scontato. Poi una seconda domanda, in caso di morte, l’assegno decade? Questo richiamo diretto al modello costituzionale del matrimonio, fondato sui principi di uguaglianza, pari dignità dei coniugi, libertà di scelta, reversibilità della decisione ed autoresponsabilità sono stati tenuti in primaria considerazione dal legislatore in sede di definizione degli effetti economico patrimoniali conseguenti allo scioglimento del vincolo. Quel che preme sottolineare è che l’ordinanza di rimessione del Tribunale fiorentino, è rivelatrice di un’intolleranza verso il criterio del tenore di vita rispondente a istanze nascenti dalle recenti riforme legislative e dal mutamento della sensibilità giuridica verso gli istituti della separazione e del divorzio e anche dal cambiamento della coscienza sociale inclini a riflettere sugli effetti della recente crisi economica. 5714 del 1988) dell’assegno stesso. In particolare la Corte escluse che l’assegno potesse avere carattere alimentare proprio in relazione allo scioglimento definitivo del vincolo di parentela, dal momento che tale tipologia di obbligazioni postulava la permanenza del vincolo stesso e non la sua cessazione (Cass. La comparazione con alcuni ordinamenti Europei (in particolare quello francese e tedesco) evidenzia, in particolare, la natura specificamente perequativo-compensativa attribuita all’assegno di divorzio correlata alla previsione della temporaneità dell’obbligo in quanto prevalentemente finalizzato a colmare la disparità economico patrimoniale determinatasi con lo scioglimento del vincolo. Se in regime di matrimonio le entrate mensili erano di,supponiamo, 1200 euro al mese, in caso di divorzio,quanto dovrebbe spettare al coniuge richiedente per essere autosufficiente? In primo luogo, come nella versione originaria, il legislatore impone di “tenere conto” dei fattori che compongono i tre criteri, fornendone, rispetto alla formulazione antevigente un’elencazione completa. Si sottolineava come l’an ed il quantum dell’assegno fossero stati tendenzialmente stabiliti del tutto discrezionalmente e l’applicazione dei criteri, proprio in quanto composita, fosse stata utilizzata per giustificare ex post la decisione, invece che dettarne le coordinate. Il primo rilievo riguarda l’assoluta preminenza della comparazione delle condizioni economico-patrimoniali dei coniugi nel giudizio sul diritto all’assegno. Infatti, la formazione di una famiglia di fatto – costituzionalmente tutelata ai sensi dell’art. Da un lato si sosteneva la necessità di ancorare il diritto all’assegno di divorzio esclusivamente all’accertamento di una condizione di non autosufficienza economica, variamente declinata come autonomia od indipendenza economica, od anche capacità idonea a consentire un livello di vita dignitoso, dall’altro si poneva in luce come la comparazione delle condizioni economico-patrimoniali delle parti non potesse dirsi esclusa dall’accertamento rimesso al giudice di merito, essendo una delle novità introdotte dalla novella proprio l’attribuzione di poteri istruttori officiosi all’organo giudicante, oltre al rilievo, del tutto attuale, della sostanziale marginalizzazione degli indici contenuti nella prima parte della norma, ove l’accertamento fosse esclusivamente incentrato sulla condizione economico patrimoniale del creditore. L’accertamento dell’ “indipendenza economica” nella fase dell’an debeatur si stabilisce sulla persona dell’ex coniuge richiedente l’assegno, riguardata “uti singulus”. Con il secondo lamenta la mancata considerazione da parte del giudice di quanto affermato dalla sentenza n. 11504/2020 parametrando l’assegno divorzile dovuto alla moglie al, Con il terzo lamenta come il giudice non abbia preso in considerazione il fatto che il proprio reddito mensile ammonti a soli 1430 euro e che lo stesso è gravato da diverse spese che deve sostenere per motivi di salute-. 5, c.6, al fine di accertare se l’eventuale rilevante disparità della situazione economico-patrimoniale degli ex coniugi all’atto dello scioglimento del vincolo sia dipendente dalle scelte di conduzione della vita familiare adottate e condivise in costanza di matrimonio, con il sacrificio delle aspettative professionali e reddituali di una delle parti in funzione dell’assunzione di un ruolo trainante endofamiliare, in relazione alla durata, fattore di cruciale importanza nella valutazione del contributo di ciascun coniuge alla formazione del patrimonio comune e/o del patrimonio dell’altro coniuge, oltre che delle effettive potenzialità professionali e reddituali valutabili alla conclusione della relazione matrimoniale, anche in relazione all’età del coniuge richiedente ed alla conformazione del mercato del lavoro. L’assegno di mantenimento per il coniuge più debole potrebbe tornare realtà. La lettura della norma, già nella sua formulazione originaria, poteva dare luogo ad interpretazioni diverse. La Cassazione sottolineò però che, una volta accertata la sussistenza del presupposto per disporre l’assegno, esistono criteri di determinazione in concreto di esso, che consentono al giudice di calibrarne l’entità in base a ciascun caso. 2697 cod. (20) Buona parte della dottrina civilista propendeva e propende per l’interpretazione meno favorevole al coniuge economicamente più debole, paventando il rischio che l’assegno, se commisurato al tenore di vita goduto in costanza di matrimonio, possa trasformarsi una rendita gratuita: cfr., in questo senso, A. LUMINOSO, La riforma del divorzio: profili di diritto sostanziale, in Dir. Il concetto di ostacolo nell’ambito della fattispecie di cui all’art. M. BIANCA, Diritto civile, 2, La famiglia. ragioni della decisione, [….] Nell’evidenziare l’ampia portata dell’accertamento de quo, si è così tenuto conto del valore intrinseco di eventuali beni immobili (anche a prescindere dal reddito dai medesimi prodotti) (8) e dei profitti derivanti dall’investimento del ricavato della loro alienazione (9), nonché di eventuali disponibilità monetarie e investimenti finanziari. Il giudice, che pur deve applicare tali criteri nei confronti di entrambi i coniugi e nella loro necessaria coesistenza, ha ampio potere discrezionale, soprattutto in ordine alla quantificazione dell’assegno (S.U. I coniugi devono presentare all’udienza di comparizione avanti al presidente del tribunale la dichiarazione personale dei redditi e ogni documentazione relativa ai loro redditi e al loro patrimonio personale e comune. 5, c.6 della L. n. 898 del 1970, dovesse incentrarsi sulla natura e misura dell’indebolimento della complessiva sfera economico-patrimoniale del coniuge richiedente l’assegno in relazione a tutti i fattori che possano concorrere a determinare questa sperequazione, quali l’età, la salute, l’esclusivo svolgimento di attività domestiche all’interno del nucleo familiare, il contributo fornito al consolidamento del patrimonio familiare e dell’altro coniuge etc. Si deve osservare, tuttavia, che questa impostazione, pur condivisibile nella parte in cui coglie la potenzialità deresponsabilizzante del parametro del tenore di vita, omette di considerare che i principi di autodeterminazione ed autoresponsabilità hanno orientato non solo la scelta degli ex coniugi di unirsi in matrimonio ma, ciò che è più rilevante ai fini degli effetti conseguenti al suo scioglimento così come definiti nell’art. Sul punto v. CUBEDDU, I contributi al diritto europeo della famiglia, in Patti e Cubeddu, Introduzione al diritto della famiglia in Europa, Milano, 2008, 16. Introduzione. 5 c. 6 essendone necessaria una valutazione integrata, incentrata sull’aspetto perequativo-compensativo, fondata sulla comparazione effettiva delle condizioni economico-patrimoniali alla luce delle cause che hanno determinato la situazione attuale di disparità. 156 c.c., rubricato «effetti della separazione sui rapporti patrimoniali tra i coniugi», ne individua i presupposti, disponendo, al 1º co., che «il giudice, pronunciando la separazione, stabilisce a vantaggio del coniuge cui non sia addebitabile la separazione il diritto di ricevere dall’altro coniuge quanto è necessario al suo mantenimento, qualora egli non abbia adeguati redditi propri», e aggiungendo, al 2º co., che «l’entità di tale somministrazione è determinata in relazione alle circostanze e ai redditi dell’obbligato». 143 cod.civ., norma che ne costituisce la perfetta declinazione. La sentenza deve stabilire anche un criterio di adeguamento automatico dell’assegno, almeno con riferimento agli indici di svalutazione monetaria. La Legge per Tutti Srl - Sede Legale Via Francesco de Francesco, 1 - 87100 COSENZA | CF/P.IVA 03285950782 | Numero Rea CS-224487 | Capitale Sociale € 70.000 i.v. 270 del code civil dispone che le divorce met fin au devoir de secours entre e´poux. Nella sentenza del 1990 hanno affermato che l’assegno ha carattere esclusivamente assistenziale dal momento che il presupposto per la sua concessione deve essere rinvenuto nell’inadeguatezza dei mezzi del coniuge istante, da intendersi come insufficienza degli stessi, comprensivi di redditi, cespiti patrimoniali ed altre utilità di cui possa disporre, a conservargli un tenore di vita analogo a quello avuto in costanza di matrimonio. L’art. cit., 187. Criscuolo – Rel. Infine, l’obbligo di mantenimento del figlio maggiorenne non autosufficiente perdura fino a quando non sia raggiunto un livello di indipendenza adeguato al percorso di studi e professionale seguito, mentre all’esito del divorzio per il coniuge che abbia le caratteristiche soggettive sopra delineate, la condizione deteriore in cui versa non ha alcuna possibilità di essere emendata, essendo fondata su una sperequazione reddituale e patrimoniale non più colmabile. reddito di entrambi […. 2 Cost. 5. Stampa 1/2016. e l’esigenza di predisporre una adeguata tutela della parte debole emergono chiaramente nei lavori preparatori del sistema delineato dal legislatore del 1975 e in parte della legge sul divorzio e si concretizzano in una risposta articolata su differenti piani. Il collegamento tra adeguatezza dei mezzi e tenore di vita familiare durante la convivenza matrimoniale, ai fini del riconoscimento dell’assegno … Il diritto si estingue se egli passa a nuove nozze. Petition details. 143». Buonasera, io percepisco un’assegno divorzile, mi chiedo il perché è tassato, veramente è difficile per me pagare tali tasse, in poche parole devo togliere mensilmente diversi soldi per far fronte a questi pagamenti. 5 legge 1 dicembre 1970 n. 898) natura eminentemente assistenziale, per cui ai fini della sua attribuzione assume ora valore decisivo l’autonomia economica del richiedente, nel senso che l’altro coniuge è tenuto ad ‘aiutarlo’ solo se egli non sia economicamente indipendente e nei limiti in cui l’aiuto si renda necessario per sopperire alla carenza dei mezzi conseguente alla dissoluzione del matrimonio, in applicazione del principio di solidarietà ‘postconiugale’, che costituisce il fondamento etico e giuridico dell’attribuzione dell’assegno divorzile. E’ stato però chiarito che non è necessario l’accertamento di uno stato di bisogno, assumendo rilievo, invece, l’apprezzabile deterioramento, in dipendenza del divorzio, delle precedenti condizioni economiche, le quali devono essere tendenzialmente ripristinate, per ristabilire un certo equilibrio. Infatti, nel caso prospettato all’attenzione del Tribunale fiorentino, il coniuge svolgeva attività professionale autonoma, percependo redditi ed essendo titolare di ricchezze mobiliari e di immobili. In sostanza, niente assegno quando l’ex coniuge ha la possibilità concreta di raggiungere «l’autosufficienza economica». Dopo 27 anni gi Ermellini ritengono tale orientamento obsoleto. La valutazione svolta nella sentenza n. 11504 del 2017 è rilevante ma incompleta, in quanto non radicata sui fattori oggettivi e interrelazionali che determinano la condizione complessiva degli ex coniugi dopo lo scioglimento del vincolo. Secondo una posizione giurisprudenziale risalente (23), la convivenza stabile porta alla sospensione dell’assegno (o alla sua riduzione) in quanto influisce sulla condizione economica del coniuge. ]»), e “valutare” «tutti i suddetti elementi anche in rapporto alla durata del matrimonio», al fine di determinare in concreto la misura dell’assegno di divorzio; ciò sulla base delle pertinenti allegazioni, deduzioni e prove offerte, secondo i normali canoni che disciplinano la distribuzione dell’onere della prova (art. Nella giurisprudenza immediatamente successiva, la formulazione generale del principio venne puntualizzata in relazione a ciascun parametro. I principi giurisprudenziali illustrati, tuttavia, furono sottoposti a revisione critica dalla dottrina, in particolare per l’eccessiva discrezionalità rimessa ai giudici di merito che l’equiordinazione dei criteri aveva determinato. Il tribunale può, in caso di palese iniquità, escludere la previsione con motivata decisione. 16 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani proclamata il 10 dicembre 1948. 5 comma 6 dall’art. (4) VITALI, La separazione personale dei coniugi (artt. Prima di chiedere un aggravio a carico della controparte, deve quindi inoltrare un’istanza al proprio datore di lavoro chiedendo il tempo pieno. di Redazione 14 dicembre 2020. assegno di mantenimento. In questo rinnovato contesto, è stato modificato l’art. Citiamo, infine, un terzo fattore incisivo sul diritto all’assegno divorzile: l’avvio di una nuova relazione di uno dei due coniugi dopo la separazione. Il soccombente ricorre a questo punto in Cassazione facendo valere quattro motivi di doglianza. In definitiva, proseguiva l’ordinanza, individuare il presupposto dell’assegno post-coniugale nello sbilanciamento delle situazioni patrimoniali degli ex coniugi e poi quantificarlo nella cifra congrua a «mantenere il tenore di vita coniugale», non costituirebbe un «arricchimento» della funzione assistenziale indicata dalla legge, ma una sua alterazione, che travalica il dato normativo e la stessa intenzione del legislatore”. n. 11490 del 1990, la comparazione delle condizioni economico-patrimoniali degli ex coniugi conduceva sia pure in modo riflesso a tenere conto dei criteri determinativi, ma in funzione esclusivamente limitativa dell’astratta quantificazione dell’assegno fondata sul parametro del tenore di vita. 5, c.6 L.n. Grazie a chi mi risponderà. ); infine, l’ex coniuge a cui “non spetti l’assistenza sanitaria per nessun altro titolo, conserva il diritto nei confronti dell’ente mutualistico da cui sia assistito l’altro coniuge” (art. 2184 del 2012) prima dell’entrata in vigore della L. n. 76 del 2016. Con la decisione n° 24934/2019 la Corte di Cassazione ha confermato l'addio al criterio del tenore di vita. 5 c.6 L. n. 898 del 1970, hanno determinato il modello di relazione coniugale da realizzare, la definizione dei ruoli, il contributo di ciascun coniuge all’attuazione della rete di diritti e doveri fissati dall’art.