M. Marignane, Nicolas Froment, Paris 1936. 16°, epoca in cui essa divenne un importante centro di pellegrinaggio, mentre le fiere, istituite da Carlo II a favore della chiesa e del monastero, diventarono importanti punti di riferimento per il commercio locale. Venduta, fusa o dispersa durante la sua vita per sostenere le spese delle sue campagne in Italia, la collezione vantava proporzioni notevoli documentate dall'inventario compilato tra il 1378 e il 1380, che elencava più di 3600 pezzi, ciascuno pesato e descritto dettagliatamente. A. M. Romanini, I Cistercensi e la formazione di Arnolfo di Cambio, in Studi di storia dell'arte in memoria di Mario Rotili, Napoli 1984, pp. Morgan Lib. F. Avril, M. T. Gousset, C. Rabel, Manuscrits enluminés d'origine italienne, II, XIIIe siècle, Paris 1984 (con bibl.). O. Antonini, Architettura religiosa aquilana, L'Aquila 1988. id., L'art dans l'Italie méridionale, Paris 1903 (19682). Cultura e società, Napoli 1975). Negli stessi anni la vasta iniziativa architettonica del re si estendeva affrancandosi in qualche modo dai condizionanti precedenti storici e promuovendo la costruzione di nuovi edifici, concepiti come edifici memoriali della nuova dinastia; in questo senso può essere appunto letta la fondazione delle due nuove abbazie cistercensi di S. Maria della Vittoria e di S. Maria di Realvalle. C. De Lellis, Notamenta ex Registris Caroli II, Roberti et Caroli ducis Calabriae, mss. In fatto d'innesti francesi, viene naturale pensare ai codici fatti acquistare da Carlo tramite il balì d'Angiò e che non poterono non essere miniati; ma un riferimento concreto e preciso può essere indicato nelle straordinarie miniature 'luigiane' del Salterio Maciejowski (oggi alla Pierp. 118-143. Il primo impianto della residenza estiva di Visegrád, già in uso nel 1335, è stato ampiamente cancellato da una seconda costruzione. Così come accadde poi con Giotto in pittura, la riconosciuta qualità della sua formula determina una svolta radicale nell'ambiente, stimolato da una brusca impennata della domanda. F. Bologna, Il Maestro della Croce della Consolazione, Opizzino da Camogli e la cultura di Bartolomeo Pellerano fra Genova Napoli e Avignone (conferenza tenuta a Camogli, ottobre 1979; citata dal ms., riassunta e utilizzata da Santucci, 1981). E. Carelli, S. Casiello, Santa Maria Donnaregina in Napoli, Napoli 1975. Queste opere vennero inviate come dono all'estero, per lo più in rapporto all'attività diplomatica di Luigi, in Italia (campagne contro Napoli seguite all'assassinio del duca Andrea) e in Europa centrale. corrispondente è angevin, ma solo con riferimento all’Angiò, mentre nei riferimenti storici è usata la specificazione d’Anjou]. Regnarono invece sull'Ungheria: Carlo Roberto (Caroberto; Carlo I come re d'Ungheria), figlio di Carlo Martello, che, estintasi la dinastia degli Arpadi, vi regnò effettivamente dal 1321 al 1342, data della sua morte, sposando in terze nozze Elisabetta, figlia di Ladislao I il Breve (Lokietek) e sorella di Casimiro III il Grande di Polonia; Luigi I il Grande (m. 1382), figlio di Caroberto ed Elisabetta, che regnò anche sulla Polonia, dove nel 1370 si era estinta la dinastia dei Piasti; Maria (m. 1395), figlia di Luigi I il Grande, che gli successe in Ungheria (dove regnò da sola fino al 1387, anno dell'incoronazione di Sigismondo di Lussemburgo, ch'ella aveva sposato), mentre la sorella Edvige (m. 1399), rompendo l'unione personale stabilita dal padre fra i due regni, salì al trono di Polonia (1384) e sposò nel 1386 il granduca di Lituania Iagellone, che convertendosi al cristianesimo prese anche il nome di Ladislao. 262-281; E. Sniezynska-Stolot, Queen Elizabeth as a Patron of Architecture, AHA 20, 1974, pp. In architettura la sua impresa più importante fu la ricostruzione del castello di Saumur, avvenuta tra il 1360 e il 1380. S. Bottari, Intorno a Nicola di Bartolomeo da Foggia, Commentari 6, 1955, pp. Nel regno di Sicilia, sotto i Normanni, gli Svevi... Regno costituito nell'11° sec. it. Negli edifici di quegli Ordini appare in genere come una costante la ricerca di differenziare visivamente lo spazio dell'ascolto (navate) da quello della celebrazione - anche grazie al sistematico impiego della netta opposizione tra diversi tipi di copertura - e l'esigenza di dilatare al massimo la spazialità del corpo longitudinale, giungendo in alcuni casi all'adozione del tipo di 'chiesa a sala'. P. Amodio, Ricerche e studi sui monumenti gotici napoletani, Pompei 1941. Il Papa, per parte sua, impose altre clausole per sé: l’omaggio delle parti, poiché entrambi i Regni erano considerati feudi della chiesa; in mancanza di eredi maschi, l’ascesa al trono di Maria, figlia unica di Federico; infine, le nozze dello stesso Federico già vedovo, con Antonia del Balzo, cugina di Giovanna. Lat. Insediatosi, ampliò il suo progetto politico orientandosi verso il Mediterraneo; puntando all’ acquisizione di Tunisi, dell’Acaia e di s.Giovanni d’Acri; interferendo nelle vicende politiche d’Oriente; sostenendo Baldovino II contro lo scomunicato Michele Paleologo; occupando l’Albania; imparentandosi con l’Ungheria, onde garantire a sé ed alla famiglia diritti successori su quel trono; spingendo il fratello Luigi IX verso quella fallimentare crociata nella quale trovò la morte. 341-349. F. Carabellese, Il restauro angioino dei castelli di Puglia, Arte 11, 1908, pp. 21-36. C. de Seta, Storia della città di Napoli dalle origini al Settecento, Bari 1973. Il dominio angioino durò circa 180 anni, dal 1268 al 1442 Nel 1266 giunsero nell'Italia meridionale gli Angioini di Carlo I d'Angiò. Fu in quella fase che Giovanna accolse nella sua alcova il Primo Ministro Giovanni Caracciolo detto Sergianni, terzo figlio del Ciambellano di Corte Francesco Caracciolo e marito di Caterina Filangieri. Angioini furono i membri del ramo cadetto della dinastia francese iniziato nel Regno di Sicilia da Carlo I, fratello minore del Re di Francia Luigi IX il Santo. Rhazes). Negli anni successivi, Giovanna attese al consolidamento della monarchia; alla lotta ai Visconti, a sostegno del Papa; alla riorganizzazione dello Stato e al contrasto al diffuso brigantaggio, sullo sfondo di complotti, rivolte ed intrighi. 89-106. Dal nome della contea d'Angiò (Anjou), istituita nel sec. 117-125. Atri I, consacrata nel 1223) e legato a modelli francesi dei primi decenni del Duecento - in particolare, all'affresco frammentario della cripta nella parrocchiale di Gargilesse, le cui caratteristiche espressive furono ben note anche al miniatore che dipinse il De arte venandi cum avibus vaticano e la scena con la dedica nella Bibbia di Manfredi (Roma, BAV, lat. 11-24. 1266-1381, Montevergine 1978. Grandiosa macchina simbolica, ridondante di ornati e di sculture, concettualmente organizzate in un programma avente per tema la glorificazione del ruolo sovrano del defunto e delle aspirazioni politiche, religiose, culturali, che ne avevano contraddistinto l'azione di governo, il sepolcro di Roberto - danneggiato nell'ultima guerra - immetteva una ventata di cultura gotica attinta alle esperienze fiorentine di Andrea Pisano, con una battuta in anticipo rispetto a quanto si sarebbe verificato in pittura, ma con caratteristiche alquanto diverse, per l'intensificarsi delle relazioni tra Napoli e la Provenza. 155-195. Gli Angioini ebbero per arme un tappeto d'azzurro disseminato di gigli d'oro, con in capo un pendente di rosso. 81, 142, 179, 188 ecc.) 265-276, 369-378. anast., 3 voll., Napoli 1970-1971). L'edificio di Saumur comprendeva un'elaborata scalinata, opera dei fratelli Cailleaux e di Simon Corbet. ", Rivista storica del Mezzogiorno 13, 1978, pp. ANGIOINI ... SPEDIZIONE IN ITALIA - CRONOLOGIA ANNI 1261-1266. Morgan Lib., M. 360; Leningrado, Ermitage, 16930-16934; Liber sextus Decretalium di Nicolaus Vásári, 1343, Padova, Bibl. Prima di morire, lasciò Napoli al figlio naturale Ferrante e la Sicilia al fratello Giovanni così, dopo averle riunite, paradossalmente istituzionalizzando l’esistenza di due entità sovrane; dispose, inoltre, la sostituzione dei funzionari spagnoli con funzionari napoletani; ordinò al figlio di alleggerire il Popolo dalla pressione fiscale ed infine gli chiese di concludere paci con tutti gli Stati italiani. 60-74. Altomonte (Cosenza), chiesa di Santa Maria della Consolazione, in Simone Martini e 'chompagni', cat. In definitiva, la più evidente e grave causa del regresso sociale, culturale, civile e politico dell’ Italia del Sud stette nella lotta dinastica straniera che oppresse le sue popolazioni per circa due secoli. I nuovi apporti linguistici, portati nell'Italia meridionale direttamente dalle maestranze transalpine al seguito di Carlo I d'Angiò e della sua corte, aggiornano questo linguaggio, le cui fonti risalivano per lo più agli anni trenta e quaranta del sec. 88-122. Le dimensioni della chiesa, m. 81,50 di lunghezza e m. 43 di larghezza, con volte che raggiungono un'altezza di m. 28,70, mostrano fino a che punto la tradizionale austerità dell'architettura domenicana fosse stata soppiantata dalle esigenze del mecenatismo di Carlo II. Contrariamente ai conti della prima linea angioina, i duchi della seconda vissero nell'Angiò avviando numerosi progetti artistici e architettonici. Le contee d'Angiò e del Maine erano state infatti date da Carlo II come appannaggio alla figlia Margherita, andata sposa nel 1290 a Carlo di Valois, figlio di Filippo III e fratello di Filippo IV di Francia, che le cedette al figlio Filippo, il quale, diventato re di Francia (nel 1328, come Filippo VI), le passò, a sua volta, al figlio Giovanni che, successogli sul trono (nel 1350, come Giovanni II), le riunì in un primo momento alla corona, per poi concederle in appannaggio, nel 1356, al suo cadetto Luigi (nel 1360 l'Angiò fu eretto in ducato). dai normanni. 1-137. Gárdonyi, Budapest 1964. ; 294-340: 318 ss. dei Conservatori) è cosa che riguarda soltanto Roma e scende al 1276 ca. Maria Teresa Caciorgna, L'influenza angioina in Italia : gli uffîciali nominati a Roma e nel Lazio, p. 173-206. 12-30. C. D'Engenio Caracciolo, Napoli Sacra, Napoli 1623. 167-227. Etudes d'art offertes à Louis Grodecki, Strasbourg 1981, pp. 261-272. 14°; documento di fondazione del 1378); lo jubé del monastero cistercense di Pilisszentkereszt (dopo il 1357). M. Righetti Tosti-Croce, Appunti sull'architettura a Roma tra Due e Trecento, AM 2, 1985, pp. F. Mütherich, Handschriften im Umkreis Friedrichs II., in Probleme um Friedrich II., a cura di J. Flekkenstein (Vorträge und Forschungen, 16), Sigmaringen 1974, pp. D. I. della British Library (Add. i monasteri paolini di Márianosztra (1352) e Máriavölgy (slovacco Marianka, fondato nel 1377); la certosa di Lövöld (in costruzione dagli anni sessanta del sec. Gli studi moderni, d'altra parte, hanno provato che l'arrivo a Napoli di tale opera non provocò i vasti risentimenti che un tempo si soleva attribuirgli; e se i documenti attestano che nel 1326 Simone ebbe altre commissioni per gli A., nemmeno allora il fatto comportò la presenza del maestro nella capitale del regno. Venerdì 15 festeggia con noi e con i DUE X DUO e Ciro Giustiniani di Made in Sud il nostro 1°anniversario, dalle ore 18! In sostanza, Ladislao non fissò limiti alla sua aggressiva avidità al punto da soverchiare anche la Chiesa: nella primavera del 1408, per dirimere lo scisma che contrapponeva Gregorio XII all’antipapa Benedetto XIII, dopo aver incassato il dominio di Benevento, li depose entrambi e nel successivo 26 giugno fece eleggere Alessandro V ponendosi come minaccia per la stessa Roma sulla quale aspirava già ad imporre la sua signoria. 197-212. 168-182. Naz. È stato supposto che l'arrivo a Salerno di questo messale sia da mettere in rapporto con il fatto che fino al 1283 era arcivescovo di Salerno il futuro cardinale Filippo Minutolo: vale a dire il consigliere di Carlo I e suo ambasciatore a Firenze dal 1273, che nel 1283 divenne arcivescovo di Napoli e all'indomani di tale data, nella cappella di cui era titolare nel duomo napoletano ancora in costruzione, fece eseguire gli affreschi che prima e più di ogni altra opera documentano l'avvenuta apertura di Napoli ai fatti assisiati. In una manciata di giorni, il disorientamento del fronte ghibellino sul Garigliano gli consentì poi di invadere il Sud e di convergere a Benevento ove, il 26 febbraio successivo, Manfredi fu sconfitto ed ucciso. M. Harrsen, The Nekcsei-Lipócs Bible. id., Santa Maria di Donna Regina e l'arte senese a Napoli nel secolo XIV, Napoli 1898. Di aspetto assai gradevole, ancorché claudicante; saggio e di indole liberale; figlio e successore di Carlo I d’Anjou; nato nel 1248 e morto nel 1309; successo al padre nel 1285; incoronato Re di Sicilia nel luglio 1289, Carlo II lo Zoppo era stato prigioniero di Pedro d’ Aragona con i tre figli e con cinquanta Nobili del Regno a margine della battaglia navale di Napoli del 5 luglio 1284, nel contesto della annosa Guerra dei Vespri Siciliani per il controllo della Sicilia. Granet) e di New York (Metropolitan Mus. Epperò, la progettata invasione del Regno partenopeo fu condizionata da una tale esiguità di risorse economiche da produrre un ampio fronte di defezione fra gli alleati e da indurlo, nel 1239, al rientro a marce forzate in Germania. A Sienese Sculptor of the Fourteenth Century, Paris 1935. Come chiave di lettura di questo particolare momento di equilibrio di due linguaggi si può assumere una delle prime opere architettoniche intraprese da Carlo I d'Angiò, il rifacimento del castello di Lucera intorno al nucleo costituito dal castello federiciano. Consapevole del pericolo, il 15 gennaio la Regina fuggì in Provenza e, raggiunta dal marito, si pose sotto la protezione della Chiesa mentre Luigi d’Ungheria prendeva Napoli dalla quale, affidandola a due fiduciari, si allontanava a causa dell’epidemia pestilenziale. In contrasto con il vasto numero di importanti fondazioni religiose da lui istituite a Napoli, re Roberto non fu invece particolarmente attivo come mecenate in Provenza, nonostante egli si sia interessato dei lavori di costruzione della chiesa e del monastero di Saint-Maximin, senza tuttavia completarli. Il rastrello differenzia il ramo cadetto dei d'Angiò con quello principale della casa reale di Francia. A quest'epoca, e principalmente negli ambienti di Napoli ormai assurta stabilmente (1281-1282) a capitale del regno, s'era infatti già verificato lo spostamento dell'asse degli interessi artistici verso gli avvenimenti ben più moderni e rivolgenti che si stavano verificando in Toscana, a Roma e, a partire dal 1277-1278, soprattutto ad Assisi. F. Robin, Les chantiers des princes angevins (1370-1480), BMon 141, 1983, pp. A. M. Romanini, Arnolfo di Cambio e lo ''stil novo'' del gotico italiano, Firenze 1969. A. Petrignani, Gli architetti militari in Puglia, "Atti del IX Congresso nazionale di storia dell'architettura, Bari 1955", Roma 1959, pp. Un luogo non minore spetta alla complessa, anzi complicata, maestranza di S. Maria Donnaregina Vecchia che non dovette incominciare a lavorare prima del 1317-1319 e che lo fece dapprima con incredibili arcaismi (fra rusutiani e paleocavalliniani), quindi diramandosi in rivoli diversificati, il più brillante e originale dei quali fa sicuramente tutt'uno con l'autore delle Storie di s. Elisabetta (ca. Poi, nel 1361 una seconda epidemia di peste scosse l’Occidente: fame e morte indussero alla tregua conclusa nel 1372, quando Federico III d’Aragona accettò di riconoscersi vassallo del Papa e degli Angioini. 1070; Aix-en-Provence, Bibl. Mun., 1486) - Renato fu, fino alla morte di Carlo VII, stretto alleato della corte e della politica del re ed ebbe di conseguenza una profonda conoscenza degli sviluppi artistici parigini. Tuttavia, i vagheggiati fasti svevi rivissero per un solo anno, fra varie turbolenze: l’annientamento della flotta angioina durante la rivolta messinese; l’impegno di Manfredi Lancia nell’insidiare il presidio angioino a Malta; l’occupazione di Capri ed Ischia da parte di Ruggero di Lauria; lo spostamento del conflitto sul continente, così favorendo sommosse delle città costrette nell’orbita francese; il drammatico embargo inflitto a Napoli; la cattura di prigionieri eccellenti, ovvero i figli di Carlo I d’Angiò. 24389 e 1509) e una a Vienna (Öst. Dix siècles d'enluminure italienne (VIe-XVIe siècles), cat., Paris 1984 (con bibl.). La condotta di Bonifacio indispose Filippo che gli intimò di comparire avanti ad un Consiglio Generale di Corte. da re Luigi IX) e Le Mans (lavori ugualmente documentati nelle relazioni di Macé Darne). E nell'uno come nell'altro caso, ponendosi l'acutezza delle indagini ambientali o, come avrebbe detto il De Dominici, delle intelligenze prospettiche, a uno dei vertici degli interessi illusivi dei due maestri, la spina dorsale delle ricerche di entrambi torna a essere il fatto giottesco, così come l'avevano assimilato quindici, vent'anni prima, ma anche come le occasioni più specificamente masiane - e verosimilmente fiorentine - degli anni quaranta avevano loro permesso di aggiornare.