Horus era tra gli dei più venerati in Egitto. Il valore e la pietà filiale fecero di Horus l'archetipo del faraone. 2009. pp.8, 170. E’ normale che un dio come Horus compia miracoli e che abbatta i limiti umani; di conseguenza, è logico che il simbolismo dietro questi personaggi, li collochi in luoghi che normalmente non sono accessibili all’uomo (come il cielo, le profondità del mare o il sottosuolo). Tuttavia, questa opposizione non ridusse la teologia e l'immaginario religioso degli egizi a un mero scontro tra Bene e Male, simboleggiati da Horus e Seth: in un altro mito, Seth era protettore indispensabile di Ra[30] nella sua battaglia notturna contro il malvagio serpente Apopi[31] (probabilmente l'unica entità della mitologia egizia a essere intesa come realmente cattiva[32]) per potere sorgere ogni mattina. Nella concezione egizia, il Bene e il Male erano aspetti complementari della creazione, presenti in tutte le divinità[10]. La deidad griega asociada fue Apolo Febo. Inoltre, le divinità sembrano avere un aspetto totalmente umano per poi trasformarsi in una sorta di mecha antropomorfizzati anziché presentare delle teste di animale come nella mitologia classica. Te Velde riteneva che il mito arcaico della lotta di Horus e Seth non potesse essersi originato esclusivamente a partire da fatti bellici verificatisi all'alba della civiltà faraonica. I Testi delle piramidi sono i più antichi documenti scritti della civiltà egizia: si tratta di una raccolta di centinaia di formule magiche e religiose incise sulle pareti delle camere sepolcrali nelle piramidi degli ultimi faraoni dell'Antico Regno. A Behdet, Horus assunse forma umana con testa di falco, armato di arco e frecce e di una lancia la cui cuspide era sostenuta da una testa di falco; tale figura acquistò dignità divina guerriera, a sua volta, con il titolo di Horus Behedeti[80]. Iside, poi, nascose il neonato Horus nelle paludi, proteggendolo dalla vista di Seth grazie alla sua magia. Ruth Schumann & Stéphane Rossini, Dictionnaire illustré des dieux de l'Égypte, Monaco, coll. Il dio Horus era il dio dei cacciatori ed era rappresentato da un falco. La galassia va a fuoco dopo che Horus, il Signore della Guerra, si è ribellato contro suo padre, l'Imperatore dell’Umanità. Il Bosone https://www.ilbosone.com/ - Copyright 2021 - Per contattarci: redazione@ilbosone.com - P.Iva: 03664580788 - Davide Russo, Horus: l’importanza del Dio Falco nella Mitologia Egizia (RIASSUNTO). Il suo significato era profondo tanto da essere considerato l’emblema dei faraoni. In ogni caso Horus, anche quando non è protagonista del testo, appare tuttavia come salvatore del mondo ed eroe per eccellenza[101] destinato a riportare l'ordine nel caos. Antropomorfo con testa di falco, recante il segno della vita. Benché le figure di Horus e Seth siano estremamente antiche (risalgono al periodo predinastico), Osiride comparve solo più tardi, tra la IV e la V dinastia, nell'immaginario degli egizi. Al contrario di molte figure presenti in questi miti, Horus non era affatto un dio cattivo, tant’è vero che esistono alcuni sostenitori di una presunta teoria che accomunerebbe la figura egiziana alla nascita di entità speculari in successive dottrine religiose. Anche il già citato Hor-Behedeti li riforniva di stoffe, ma alfine di garantire le offerte funerarie. Il dio del primo sole si chiamava Horus ma non era solo associato al sole. Horus, il falco divino, divenne quindi il dio del cielo, che aveva il sole come occhio destro e la luna come occhio sinistro. Bernard Mathieu, « Mais qui est donc Osiris ? Erano molteplici anche le forme in cui era adorato Horus bambino. Hor-Neb-Hebenu, "Horus signore di Hebenu". da Luxor nell'Alto Egitto, adorò fin dal periodo predinastico un dio dalla testa di falco, Nekheni, il cui capo era sovrastato da due alte piume. Quali luoghi migliori per rappresentare l’invisibilità degli dei e la loro natura sfuggente, mai del tutto comprensibile alla mente umana. La statua che rappresenta il Dio Horus è un falco con una doppia corona sul capo e rappresenta il guardiano del popolo egizio. Altri significati proposti sono quelli di "viso", "il Distante, il Lontano"[11] oppure "Colui che è al di sopra, il Superiore"[12]. Come modello di esistenza terrena, Horus è rappresentato in diverse forme e aspetti corrispondenti alle fasi del processo di spiritualizzazione, e […] Uno tra tutti, è proprio Horus, il Dio Falco. (§.418a)[...] perché Horus si è purificato di quel che gli ha fatto suo fratello Seth,perché Seth si è purificato di quel che gli ha fatto suo fratello Horus. L'Horus-Ra è una razza di alieno parassitario presumibilmente esistente. Mitologia - Il mito di Horus, il dio falco (Cultura) 15 mar - www.tanogabo.it (tanogabo) - Figlio di Osiride e Iside, Horus era un dio potente dell’antico Egitto, conosciuto sin dai tempi predinastici. Molteplici sono i miti riguardanti Horus basati sulla sua nascita e sul suo ruolo di vendicatore del padre Osiride. Era assiduamente rappresentato come un falco — falco lanario o pellegrino — o come uomo dalla testa di falco (ieracocefalo) con la Doppia Corona dell'Alto e del Basso Egitto[5]. L'integrazione di Osiride nel mito di Horus e Seth, verificatasi nel XXV secolo a.C., fu il risultato di una rivoluzione, o riformulazione, teologica (che l'egittologo francese Bernard Mathieu ha definitito "Riforma osiriaca")[58]. Henri Frankfort (trad. (§.*1944d-*1945a)». Questi atti o simili, sono ciò che normalmente ci si potrebbe aspettare da un essere degno di essere chiamato dio e dunque è ciò che gli uomini del tempo attribuivano alle figure da loro adorate e anche ciò che presumibilmente sarebbe in grado di compiere un’entità superiore realmente esistente. Anche quando, durante il Terzo Periodo Intermedio e la XXI dinastia, gli organi verranno imbalsamati a parte e reinseriti nel corpo del defunto, sopravviverà l'usanza dei vasi canopici, in questo caso solo simulacri giacché non cavi all'interno, recanti le teste dei quattro dei: Verso la fine della II dinastia, con lo spostamento della capitale ad Abido, il re Peribsen, con quello che va sotto il nome di scisma sethiano, sostituì il dio dinastico Horus con il dio Seth, nemico di Horus, e il Nome di Horus scomparve, perciò, dalla titolatura regale[85] Con la III dinastia, ed il re Khasekhemui, si pervenne ad una sorta di compromesso ed il serekht[86] venne sovrastato da entrambe le divinità affrontate. Si diceva che i suoi due occhi fossero sia il sole che la luna. Un cerimoniale ridotto, ma sostanzialmente analogo, si svolgeva durante il Rito di mezzogiorno ed alla sera quando il dio veniva spogliato, rivestito degli abiti notturni e riposto nel suo tabernacolo per la notte. Alla fine del periodo protostorico, queste due città dell'Alto Egitto giocarono un ruolo politico-economico essenziale, al punto che si crearono tensioni tribali generate dalla concorrenza. The American University in Cairo Press. Condividiamo inoltre informazioni sul modo in cui utilizzi questo sito con i nostri partner che si occupano di analisi dei dati web, pubblicità e social media, i quali potrebbero combinarle con altre informazioni che hanno raccolto dall'utilizzo dei loro servizi. Utilizziamo i cookie per personalizzare contenuti ed annunci, per fornire funzionalità dei social media e per analizzare il nostro traffico. Come tale, Horus (Heru) rappresenta il principio divino realizzato. Il quarto, Horus-Hekenu, "Horus degli unguenti", era l'Horus venerato a Bubasti come figlio di Bastet. Altri studi vogliono che il culto di Horus sia nato nel Delta nilotico e che esso penetrò nell'Alto Egitto a seguito di guerre di conquista predinastiche contro popolazioni adoratrici del dio Seth; in tal senso, il conflitto e lo scontro tra Horus e Seth, come vuole la mitologia egizia, avrebbero perciò un fondamento reale[81]. Su una stele conservata al Museo del Louvre[18], il dio figura in compagnia dell'enigmatico faraone Qahedjet o Hor-Qahedjet (forse identificabile con Huni[19]), vissuto intorno al 2630 a.C.[20]. L'ultima operazione consisteva nell'incensamento del Santuario, cui aveva apposto nel frattempo un sigillo di argilla, girandogli attorno. Dimitri Meeks, Mythes et légendes du Delta d'après le papyrus Brooklyn 47.218.84, Le Caire, IFAO, 2008, p. 21. Presso le paludi del Delta è attestata la presenza di Hor-Meseni, "Horus di Mesen, o Hor Mesenu, "Horus-infilzatore". Fin dalle origini, il "Nome d'Horus" fu inscritto all'interno di un serekht, cioè un rettangolo sempre sormontato da un falco. Con tutto il suo potere, riportò in vita l’amato Osiride per una sola notte in cui concepirono un figlio: Horus. Da un punto di vista rituale, l'Occhio di Horus simboleggiava le offerte presentate alle divinità, in netto contrasto con i testicoli di Seth. Nel mito di Osiride, Horus è figlio di Iside e Osiride. Sua controparte era il dio falco Hor-Chesemti, "Horus d'Oriente". La traslitterazione dei geroglifici del nome di Horus è ḥr.w (che significa "falco"); la pronuncia è stata ricostruita come haru oppure horu[10]. Secondo il tedesco Kurt Sethe e il francese Étienne Drioton (1889–1961) l'investitura faraonica doveva essere una sorta di rappresentazione sacra, con il nuovo sovrano come attore principale: l'azione sarebbe stata incentrata su Osiride e Horus e il suo sviluppo si basava sul mito arcaico dello scontro tra Horus e Seth, con l'aggiunta del più recente episodio di Seth condannato a portare la mummia di Osiride[66]. Acconsenti se continui ad utilizzare il nostro sito. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 3 dic 2020 alle 17:41. Ancora a dimostrazione dell'importanza del culto di Horus, si consideri che tutte le pareti del tempio sono ricoperte di testi in corsivo e geroglifico particolarmente complessi e di difficile interpretazione (tanto che molti non sono stati ancora tradotti) giacché i sacerdoti tolemaici pensarono di riportare, per iscritto, tutti gli elementi mitologici, narrativi e cultuali che, sino ad allora, erano stati tramandati verbalmente, di generazione in generazione, o trascritti su papiro facilmente deperibile[91]. Quest'ultimo, assassinato dal proprio fratello Seth, dio del caos, è riportato in vita — per il tempo di un rapporto sessuale — dai poteri magici di Iside e Nefti. Attestazioni di questo Horus risalgono già al periodo tinita (le prime due dinastie), quando era conosciuto con l'epiteto di "Signore del santuario del Basso Egitto". Quali che fossero i suoi aspetti — falco celeste, dio creatore o figlio di Osiride — Horus fu sempre il dio dinastico per eccellenza, fortemente connesso alla figura del sovrano. Le piume sono infatti di colore più scuro che delineano una mezza luna. Se le consideraba como el iniciador de la civilización egipcia. Aveva sovente forma di leone, ariete o di uomo con la testa di falco o di leone sormontate dal disco solare; dal. Ricostituito pezzo per pezzo da Thot, l'occhio rappresentava anche la luna, dal momento che quest'astro sembra aumentare, di notte in notte, di sempre nuove porzioni. Benché adorato in molteplici nòmi, o distretti, egizi[8][9] il suo centro di culto principale fu ad Edfu. Quest'ultimo tratto distintivo ricorda facilmente il disegno dell'Occhio di Horus, associato a lui e agli altri dei ieracocefali[17]. Nella sua forma di Hor-Sa-Isis, figlio di Iside, Horus era invece considerato amico e protettore dei morti incarico in cui era aiutato da quattro altri dei, i suoi figli divenuti, durante il Secondo Periodo Intermedio, protettori dei visceri che venivano estratti dal corpo del defunto e che venivano, dapprima riposti in una cassetta a quattro scomparti. L’Occhio di Horus (o Oudjat) era anche un amuleto molto potente, gli Egizi lo indossavano perché credevano possedesse poteri magici e … Il suo culto nella Valle del Nilo si estese cronologicamente dalla tarda Preistoria fino all'epoca tolemaica e alla dominazione romana dell'Egitto. di Iside)[84]. Libro dei morti – Horus, guida lo spirito del morto – Wikipedia, pubblico dominio. Tali similitudini però, non seguono un filone accademico né tantomeno sono accreditate dalle comunità di studiosi; pur accettando diversi punti di intersecazione, non necessariamente sono significativi dell’ipotesi che differenti civiltà abbiano avuto un legame nel tramandare determinati elementi. Accenni al mito di Horus si ritrovano, infine, ne Le metamorfosi di Apuleio, II secolo d.C., testo incentrato tuttavia sui culti misterici legati alla dea Iside. Bernard Mathieu, « Horus : polysémie et métamorphoses (Enquêtes dans les Textes des Pyramides, 5) », ENiM 6, Montpellier, 2013, p. 2. Egli era una divinità celeste che aveva la sua personificazione terrena in una forma di falco. Per un caso di sincretismo — assai frequente nelle credenze religiose egizie — Horakhti venne fuso al demiurgo eliopolitano nella forma di Ra-Horakhti[25]. In linea con il concetto di dualità che permeava numerosi aspetti della mentalità egizia, il Paese era l'unione delle "Due Terre", simboleggiate dalla doppia corona regale pschent (le "Due Potenze") — fusione della corona rossa del Basso Egitto con la corona bianca dell'Alto Egitto; parimenti il faraone incarnava i "Due Rivali" , cioè l'Horus di Ieracompoli e il Seth di Napata. R.T. Rundle Clark (1959/1999), pp. Questo titolo gli spettava quando in cielo non si vedevano né il sole né la luna (i suoi occhi). Durante il Nuovo Regno e segnatamente con la XIX dinastia, si instaura l'usanza di vasi canopici distinti, dotati di coperchi che rappresentano le teste dei quattro Figli di Horo. Museo egizio del Cairo. Reperto E.25982. Imaret cambiò successivamente il suo nome in Dimanhoru, che recava in sé il nome del dio che echeggia ancora nel nome arabo attuale Damanhur. Questo "Horus femmine" fu, in origine, un semplice titolo delle regine a partire dal Medio Regno: nel mammisi (cappella minore) di Ermonti, per esempio, compare attribuito alla celebre regina Cleopatra VII. Horus (in italiano anche Oro o Horo[1]), è una divinità egizia appartenente alla religione dell'antico Egitto, fra le più antiche e significative del pantheon egizio. Ou la politique sous le linceul de la religion (Enquêtes dans les Textes des Pyramides, 3) », ENiM 3, Montpellier, 2010, p. 77-107. Ne aveva due: uno era Behdet, che significa trono, o seggio risalente fin dalla III dinastia, l'altro Djeba, ovvero Città del Castigo. Nel tempio di Horus a Edfu[89], l'antica Wetjeset-Hor (ovvero Il Luogo dove si celebra Horus), viene data notevole importanza ai miti riguardanti la lotta tra Horus e Seth. A Edfu, Horus diveniva Horbehedeti (Horus di Behdet, antico nome di Edfu) o Horus di Edfu, il sole alato primordiale[26]. La lotta dei "Due Contendenti" potrebbe simboleggiare le guerre fra i devoti a Horus, della prima città, e i devoti a Seth dell'altra. Fece la sua comparsa nella religione egizia come divinità tutelare di Ieracompoli (in greco Città del Falco, originariamente chiamata Nekhen) nell'Alto Egitto e, di conseguenza, come prima divinità nazionale conosciuta, soprattutto in relazione al faraone, che in quell'epoca cominciò a essere considerato la manifestazione di Horus in vita e, da morto, di Osiride[3]. Una delle divinità più venerate dall’antica civiltà egiziana era il figlio di Osiride e Iside: il Dio Horus. Nella maggior parte dei casi era rappresentato come falco, come uomo dalla testa di falco o, per evocare la sua infanzia, come un bambino nudo e senza capelli. Era denominato anche “fanciullo divino” e Iusa, figlio prediletto. Da questa unione miracolosa nacque Horus Bambino (Arpocrate), denominato anche Horsaset (Horus figlio di Iside)[28] o Hornedjitef (Horus che si prende cura del padre). Risale invece ai Testi dei sarcofagi[99] un vero e proprio testo drammatico[100], che molto probabilmente veniva recitato, che si apre con l'invocazione di Osiride a Horus: Oh Horus, vieni a Busiris! Ovvero il geroglifico che conteneva il Nome di Horus sovrastato dal falco. Il fanciullo crebbe in segreto e covando vendetta per suo padre. Il verdetto, dunque, è quello che Horus e Cristo sono sostanzialmente due personaggi diversi di altrettanto diverse culture. Horus [Heru] Heru significa colui che è al di sopra. Sotto quest'ultimo aspetto, Horus affrontava lo zio Seth per vendicare il proprio padre e, sconfittolo dopo molte peripezie, rivendicava l'eredità di Osiride, divenendo finalmente re d'Egitto. Nel XIII nòmo, quest'ultimo fu fuso a Horakhti ("Horus dell'Orizzonte") e alla dea Chesmet (una forma locale della dea-leonessa Sekhmet), considerata sua sposa divina. La religione egizia (II)• Gli dei locali erano numerosissimi e ricevevano un fervido culto dagli abitanti delle varie province …• ma alcune divinità locali assunsero l’importanza di divinità nazionali e vennero venerate in tutto l’Egitto.• È il caso dei grandi dèi solari collegati con la figura del Faraone: Ra (il dio Sole, divinità di Memfi), Horus e soprattutto Amon (dio di Tebe, che divenne il dio supremo del … Anche il nome del re Horus d'Oro avrebbe precisi riferimenti alla sottomissione di popolazioni adoratrici di Seth; il dio Horus, infatti, poggia sul geroglifico nbw (leggi nebu), ovvero oro, ed uno dei centri in cui maggiormente era adorato Seth era Nebet, ovvero Città dell'Oro. Nel Basso Egitto, ai limiti del deserto libico — e più precisamente nel III nòmo e a Kôm el-Hisn — era venerato Hor-Thehenu, "Horus di Libia". Stream E Dio vide che era cosa buona free online. Maurizio Damiano-Appia, L'Égypte. Questo importante personaggio veniva raffigurato, dagli egiziani, come un falco o un uomo con la testa di falco. In ogni caso, Horus e i suoi numerosi aspetti ebbero sempre il primo posto, senza mai essere soppiantati dalle altre divinità in sembianze di falco (come fu invece per Bastet, inizialmente immaginata come leonessa e poi come gatta, per il prevalere della dea-leonessa Sekhmet[22]). «Horus è caduto a causa del suo occhio, Seth soffre per i suoi testicoli. A causa della sua comparsa tardiva, Horit ebbe un'iconografia molto ristretta: nel Tempio di Dendera, dedicato ad Hathor, Horit compare come donna dalla testa leonina, mentre ad Atfih figura come falco mummificato.