I genieri in forza alle legioni erano in grado di costruire e schierare potenti armi collettive, in funzione sia offensiva che difensiva, come catapulte, onagri (10 per legione, ovvero 1 per coorte[80]), scorpioni e carrobaliste (55 per legione[80]), con una funzione tattica analoga a quella della attuale artiglieria campale; inoltre vi erano altre macchine usate esclusivamente per l'assedio, come baliste, arieti, torri d'assedio, vinee[81]. Quando, dopo la guerra sociale del 90-88 a. C., gli Italici ottennero la cittadinanza romana, nella legione furono abolite le ali degli alleati e a esse subentrarono reparti di fanteria e cavalleria forniti dai provinciali (auxilia). L'esercito manipolare deve il suo nome alle modalità tattiche con cui la sua fanteria pesante era dispiegata in battaglia. Elmo di Montefortino—>In bronzo, dotato di tre piume nere. Secondo nella gerarchia era un tribuno esperto, il tribuno laticlavio (in latino: tribunus laticlavius'), affiancato da altri cinque tribuni angusticlavi (dal latino angustum, «più stretto, in riferimento alla striscia purpurea ridotta degli equestri»). The Later Roman Empire, 284–602: A Social, Economic and Administrative Survey, The Cambridge Companion to the Roman Republic, La crisi dell'impero romano, da Marco Aurelio ad Anastasio, Classes. In assenza di tribuni, il comando era affidato al praefectus castrorum.[34]. Altri potevano essere addetti a svariate altre funzioni (dalla fabbricazione delle armi, al comando di unità della flotta ecc).[166]. [123] Il simbolo compare in numerosi coni emessi da Antonino Pio, Decio, Claudio il Gotico e Aureliano. [134] Il nuovo imperatore dispose, prima di tutto, una divisione del sommo potere imperiale, dapprima attraverso una diarchia (due Augusti, a partire dal 285/286) e poi tramite una tetrarchia (nel 293, tramite l'aggiunta di due Cesari),[135] compiendo così una prima vera "rivoluzione" sull'intera struttura organizzativa dell'esercito romano dai tempi di Augusto. Conseguentemente nel tardo impero la distinzione tra legiones e auxilia divenne tecnico-tattica, più che basata sulla cittadinanza dei combattenti che vi militavano. Secondo Eusebio di Cesarea, il ritratto dell'imperatore si trovava sulla metà superiore del drappo, mentre sulla metà inferiore era disegnata una croce. Fregio della Colonna traiana. [62][68] Si trattava di una coorte milliare, vale a dire di dimensioni doppie rispetto alle altre nove coorti, con 5 manipoli (non quindi 6) di 160 armati ciascuno (pari a 800 legionari), a cui era affidata l'aquila della legione. In battaglia, il decurione era affiancato dal draconarius, portatore dell'insegna del draco (simbolo di nuova introduzione per le coorti e le unità di cavalleria, di derivazione dacico-sarmatica), e seguito da un calo (lo schiavo del decurione che montava il suo cavallo di riserva). Allo stesso modo si comprende come essa non fosse adatta alle schermaglie, alle scaramucce di confine e al presidio delle zone frontaliere, a motivo della sua struttura lenta e poco manovrabile. Spade—> all’inizio spade di foggia greca, poi sostituite a seguito della Seconda guerra punica con il Gladius hispaniensis. [62] Primo esempio di costruzioni che ospitassero una coorte di queste dimensioni lo si trova nella fortezza legionaria di Inchtuthill in Scozia. Spada—>All’inizio a punta, soltanto per infilzare, per poi essere sostituita dal Gladio (arma), Pelliccia di lupo—>Da mettere sopra l’elmo. Sul finire del V secolo a.C. a Siracusa comparvero delle strane e micidiali armi. [39], Cesare apportò nel settore dell'ingegneria militare innovazioni determinanti, con la realizzazione di opere sorprendenti costruite con grande perizia e in tempi rapidissimi, come il ponte sul Reno[40] o la rampa d'assedio costruita durante l'assedio di Avarico. Ai tempi di Aureliano le legioni scesero a 31, per un totale di 150 000 legionari, affiancati probabilmente da un'altra metà di ausiliari, certamente maggiore in alcune province, per un esercito complessivamente composto da 300 000 uomini, di molto inferiore a quello di settant'anni prima a causa dell'incidenza delle guerre civili, delle numerose sconfitte e delle difficoltà di reclutamento. È vero anche che se buona parte di queste legioni "nacquero" da questo scorporo, altre furono create ex novo, da reparti specifici dell'esercito romano (ad esempio i Ballistari, quali reparti di artiglieria) o da vecchie unità ausiliarie (ad esempio i Germaniciani). Le unità ausiliarie avevano propri forti distribuiti nelle zone più di confine ed erano intervallate con quelle legionarie. Il comando di ogni flotta era affidato a prefetti di rango equestre, talvolta a liberti. E così se le strade romane potevano essere utilizzate per velocizzare lo schieramento degli eserciti durante le operazioni di "polizia" lungo i confini imperiali, alcuni tipi di ponti potevano essere montati e smontati velocemente senza l'utilizzo di chiodi: in questo modo i legionari, che trasportavano un equipaggiamento di circa 40 chili (comprendente anche un palo per la palizzata del campo) potevano percorrere nella marcia circa 24 chilometri al giorno (40 quando potevano viaggiare più leggeri)[78]. In alto, sotto il simbolo della mano (non è chiaro se attributo di Marte o gesto di saluto legionario), l'indicazione della legione. [208] Flotte minori erano stanziate nei mari delle province periferiche (Britannia, Germania, Pannonia, Mesia, Ponto, Siria). La prima consisteva nel porre il blocco all'ingresso di merci e persone nella città e nell'isolamento del nucleo cittadino. La strada delle legioni. In questo scontro il proconsole riunì tutte le truppe sotto il suo comando, comprese alcune unità ausiliarie, e mosse battaglia contro il ribelle numida, quest'ultimo supportato da unità maure. La "spina dorsale" dell'esercito romano rimase la legione, in numero di 28 (25 dopo Teutoburgo). Egli, infatti, trasformò la "riserva strategica mobile" introdotta da Gallieno (di sola cavalleria) in un vero e proprio "esercito mobile" detto comitatus,[139] nettamente distinto da un "esercito di confine". Il cursus honorum prevedeva che nessuno potesse intraprendere la carriera politica senza aver prestato almeno 10 anni di servizio militare. La cavalleria legionaria di questo periodo appare divisa ancora in turmae e guidata da decurioni. [56], La fanteria legionaria era divisa in 10 coorti (di cui nove di 480 armati ciascuna), che al loro interno contavano 3 manipoli oppure 6 centurie. Soldati di epoca repubblicana. Le gerarchie di comando rimasero pressoché identiche a quelle dell'epoca di Gaio Mario e Gaio Giulio Cesare, anche se ora ogni coorte disponeva di un vessillifero, vestito con pelle di leone o d'orso, e che serviva per riconoscere le proprie insegne. Oplon--->Scudo di origine greca rotondo e concavo, che contraddistingueva l'oplita. Tra il 107 a.C. e il 104 a.C. il console romano Gaio Mario portò avanti un programma di riforme dell'esercito romano, al fine di dare la possibilità a tutti i cittadini di arruolarsi, indipendentemente dal benessere e dalla classe sociale[27].Questa sua iniziativa formalizzava e concludeva un processo, sviluppatosi per secoli, di graduale rimozione dei requisiti patrimoniali per l'accesso al servizio militare, permettendo così alla Repubblica di avere un esercito più numeroso della media dell'epoca.[28]. Le principali basi di stanziamento divennero Miseno, presso Pozzuoli, nel Mar Tirreno e Classe, presso Ravenna, nel Mar Adriatico, col compito di controllare l'una il Mediterraneo occidentale, l'altra quello orientale. VI a. C., dei due consoli a capo dello Stato, la legione unica, salita intanto a 6000 uomini, fu suddivisa in due parti da 3000 uomini ciascuna, che mantennero però lo stesso numero di centurie, ma a effettivi dimezzati e con uguale contingente di cavalleria. All'inizio autonoma sul piano logistico, era normalmente stanziata in una provincia, di cui aveva la responsabilità della sicurezza e della difesa militare. [140] L'abolizione della cavalleria interna alla legione, fu un processo lungo iniziato dalla riforma di Gallieno (o degli imperatori illirici), quando la cavalleria andò lentamente separandosi dalla fanteria legionaria, divenendo di fatto indipendente proprio sotto Costantino I (324-337) e cessando così di esistere come corpo aggregato alla legione romana.[162]. La loro posizione andò conferendo a queste forze di frontiera, dette di limitanei o ripenses (se poste a guardia dei confini fluviali), un ruolo di salvaguardia o di controllo del limes, rispetto alle truppe "mobili", quelle dei comitatensi (comitatensi e limitanei potevano essere reclutati entrambi tra cittadini e peregrini). Le centurie, di 60 uomini nelle prime due linee e di 30 nella terza, furono raggruppate a due per due in manipoli comandati da centurioni. ...Leggi Tutto Elmo di Montefortino—>Dotato di un ciuffo di crini di cavallo. Ogni legione era composta di circa 5 000 cittadini, in prevalenza Italici (attorno al 65%,[55] per lo più provenienti dalla Gallia Cisalpina, rispetto a un 35% di provinciali, muniti anch'essi di cittadinanza romana), per un totale di circa 140 000 uomini (e poi circa 125 000), che si rinnovavano con una media di 12 000 armati all'anno. Nonostante tutto, secondo alcuni studiosi, l'esercito romano rimase efficiente fino ad almeno a Maggioriano (461). Il numero delle legioni, salito a 45 nelle guerre civili, fu ridotto a 25 da Augusto per fissarsi successivamente intorno a 30, con effettivi di 5000 militari per legione e con un totale di ca. vallo di Adriano, limes germanico-retico, castra stativa, ecc. Con la riforma tetrarchica il numero complessivo delle legioni fu portato nel 300 a 53/56, mentre con l'ascesa al trono di Costantino I ed il ripristino di una monarchia dinastica, il numero delle legioni romane fu elevato ulteriormente fino a 62/64, attorno all'anno 330. Con Gallieno, inoltre, si completava la fine delle responsabilità militari dell'ordine senatorio a tutto vantaggio dell'ordine equestre, procedimento iniziato sotto Settimio Severo e che portò all'abolizione della figura del legatus Augusti pro praetore di rango pretorio. Questi cavalieri non avevano elmo o armatura, ma erano muniti solo di lancia. Gli addetti al trasporto dei simboli delle legioni e delle centurie erano: l'aquilifer per l'aquila della legione, il signifer per il simbolo del manipolo o della centuria, il vexillarius per il portatore del vessillo, l'imaginifer per le imagines degli imperatori e, in epoca tarda, il draconarius (i portatori del draco erano sottoposti a un magister draconum) per il draco, che passò ad identificare anche il signifer. [44], I Triarii, dopo aver accolto Hastati e Principes tra le loro file, serravano le file ed in un'unica ininterrotta schiera si gettavano sul nemico. Le fasi dell'assedio erano fondamentalmente tre, svincolate spesso da un ordine logico tra loro. Il più importante dei centurioni era il primus pilus (primipilo), comandante di triarii, il quale era uno dei pochi a servirsi del cavallo durante la marcia. Una volta divenuto unico augusto, subito dopo la sconfitta definitiva di Licinio nel 324,[149] Costantino I avviò una nuova riforma dell'esercito romano. ), nella realizzazione di opere a protezione dei confini provinciali (es. Di fatto la cavalleria andava a costituire una sorta di "nuova riserva strategica" collocata nelle retrovie, in aggiunta alla legio II Parthica. Il costante contatto con Celti e Germani durante la conquista della Gallia indusse Gaio Giulio Cesare a rivalutare il corpo della cavalleria, tanto che ne fece un impiego crescente negli anni, reintroducendo unità di cavalleria permanente accanto a quelle fanteria e a quella ausiliaria. Numerate da I a X,[32][33] ogni coorte era formata da tre manipoli oppure da sei centurie, per un totale di 3.840 fanti. II - Da Augusto ai Severi, L'esercito romano. L'imaginifer invece era il portatore dell'imago dell'imperatore, introdotta da Augusto, quando la figura dell'imperatore divenne oggetto di culto. L’eroe di Ponte Milvio suddivise l'”esercito mobile” in “centrale” (unità palatinae) e “periferico” (unità comitatenses), contemporaneamente rovesciò l’assetto complessivo dell’apparato bellico romano tetrarchico, continuando ad espandere la componente mobile, a vantaggio di quella di frontiera. La consistenza delle Legioni con il tempo arrivò poi a 6.000 uo. Si capisce quindi come le forze ausiliarie (fanteria e cavalleria leggere, tiratori) fossero componenti complementari e non alternative alle legioni; una campagna di conquista senza queste forze e senza l'apporto della loro cavalleria (organizzata in alae e cohortes equitatae), sarebbe stata altrimenti inattuabile. Cerca di determinare quali città attuali della tua regione si trovano sul tracciato delle vie romane. In sintesi si può così riassumere la nuova organizzazione delle unità militari, classificandola in tre differenti tipologie, ognuna delle quali era a sua volta divisibile in sotto-unità, come segue:[153], In aggiunta, va precisato che si rese necessario un crescente reclutamento obbligatorio dei barbari (chiamati laeti), già inquadrati nei numeri sin dall'epoca di Marco Aurelio, stanziati all'interno dell'Impero con l'obbiettivo di ripopolare alcuni territori abbandonati o falcidiati dalle pestilenze. Insieme alle baliste c'erano anche gli "scorpioni", simili alle precedenti ma molto più piccoli e maneggevoli. Il resto del corpo di truppa, degli ufficiali e sotto-ufficiali rimase pressoché invariato: Ad Alessandro Severo risalirebbe un'importante modifica tattica, come il ritorno allo schieramento falangitico di più legioni contemporaneamente, fino a costituire una massa d'urto di 6 legioni complessive (per un totale di 30 000 armati), fianco a fianco, senza alcun intervallo tra loro. [172] Inoltre i limitanei (il cui termine inizia a designare le forze di frontiera solo alla fine del IV secolo) iniziano ad essere impiegati sensibilmente più tardi rispetto al comitatus, già esistente prima dell'avvento di Diocleziano.[173]. Il primus pilus veniva scelto tra i soldati più coraggiosi ed esperti. ), nelle operazioni d’assedio di città nemiche (con la realizzazione di macchine d’assedio, rampe e terrapieni, cordoni di mura intorno alle città assediate, ecc. Alla fine del II a. C., con le riforme militari di Caio Mario, il reclutamento delle legioni fu allargato anche ai capite censi, con conseguente aumento consistente degli effettivi, fino a 6000 uomini per legione: l’esercito divenne ufficialmente una carriera professionale. [171] Va ricordato che a ciascun grado più alto, pur trattandosi di soldati, corrispondeva una paga più alta. Diocleziano riorganizzò l'esercito, trasformando la "riserva mobile" introdotta da Gallieno (formata di sola cavalleria) in un vero e proprio "esercito mobile" detto comitatus, distinto dalle forze poste ai confini, probabilmente costituito da due vexillationes (Promoti e Comites) e da tre legiones (Herculiani, Ioviani e Lanciarii).[137]. [144][145][146] Essa appare più che altro destinata a ruoli di schermaglia e "di contrappeso" con la cavalleria nemica, incaricata di svolgere missioni esplorative e azioni di disturbo, ma mai, se non in rari casi, di condurre attacchi risolutivi. Ricostruzione grafica delle fortificazioni realizzate dal gruppo dei genieri di Cesare durante l'assedio di Alesia (52 a.C.). A questo periodo di servizio poteva subentrarne uno ulteriore di alcuni anni tra le "riserve" di veterani,[64] in numero di 500 per legione[66] (sotto il comando di un curator veteranorum). Si trattava però di una forza alquanto ridotta, i cui cavalieri erano dotati di uno scudo più piccolo e rotondo (detto parma o clipeus), come ci racconta Giuseppe Flavio, al tempo della prima guerra giudaica. È con Ottaviano Augusto, in un periodo compreso tra il 30 a.C. e il 14 a.C., che la legione cambiò struttura, aumentando i suoi effettivi fino almeno a 5 000 soldati, essenzialmente fanti ma anche cavalieri (120 per legione, comandati da centurioni, non da decurioni),[56] questi ultimi con funzioni di esplorazione, messaggeri o scorta del legatus legionis. Con la battaglia del Lago Regillo Roma inflisse una dura sconfitta alle forze congiunte della Lega latina e la guerra si concluse con un trattato di alleanza, il foedus Cassianum, che di fatto sancì la posizione egemone di Roma. Utili in fase di avanzamento erano le vinee (anche i plutei) o in alternativa la formazione a testuggine, delle tettoie mobili per proteggere i soldati o gli scavatori nell'avvicinamento alle mura. In età monarchica fu eseguita, secondo la tradizione da Servio Tullio, sesto re di Roma, una riforma timocratica che divise tutta la popolazione romana in cinque classi in base al censo (secondo altre fonti 6 classi[8]), ognuna divisa a sua volta in tre categorie[9]: Se la prima classe, la più facoltosa, poteva permettersi l'equipaggiamento da legionario (il costo del tributo per gli armamenti veniva stabilito in base al censo[10]), quelle inferiori avevano armamenti via via più leggeri. [109] Sebbene la struttura base della legione continuò ad essere quella della riforma augustea, il numero delle legioni venne aumentato di un 10% e portato a 33 (con la creazione delle legioni I, II e III Parthica). [62] Si trattava di una coorte milliare, vale a dire di dimensioni doppie rispetto alle altre nove coorti, con 5 centurie (non 6) di un numero doppio di armati (160 ciascuna), pari a 800 legionari complessivi, ed a cui era affidata l'aquila della legione.[62]. Vi è, infine, da aggiungere che nel 365, il nuovo imperatore Valentiniano I (Augustus senior presso Mediolanum), spartì con il fratello minore Valente (Augustus iunior presso Costantinopoli) tutte le unità militari dell'Impero (comprese quindi le legiones), le quali furono attribuite all'uno o all'altro in parti uguali (quelle di 1 000 armati) oppure divise in due metà (quelle con un numero di legionari ancora di consistenza superiore ai 2 000 armati) dette rispettivamente "senior" (assegnate a Valentiniano I) e "iunior" (assegnate a Valente). I manipoli erano unità di 120 uomini della medesima classe che risultavano abbastanza da permettere sul campo di battaglia i movimenti tattici delle singole unità di fanteria nel contesto del più grande esercito. [58][59], Potrebbe essere stata abolita, almeno per un breve periodo di tempo dall'imperatore Traiano,[56] considerando che viene citata in un discorso del suo successore, Adriano. Essa doveva prevedere: Per quanto riguarda la truppa, se si fa riferimento alla gerarchia gerolamiana, vi erano nell'ordine il biarchus, il circitor, l'eques (il cavaliere) e il tiro. [128][129], Ad Alessandro Severo si deve un crescente utilizzo presso tutte le fortezze del limes di nuovi modelli di catapulte (ballistae, onagri e scorpiones), al fine di tenere impegnato il nemico fino all'accorrere delle "riserve strategiche" (concetto iniziato con Settimio Severo, sviluppato da Gallieno, Diocleziano e Costantino I.[130]. Soprattutto se nel percorrerl La soluzione di questo puzzle è di 6 lettere e inizia con la lettera C Di seguito la risposta corretta a REPARTI DELLE LEGIONI ROMANE Cruciverba, se hai bisogno di ulteriore aiuto per completare il tuo cruciverba continua la navigazione e prova la nostra funzione di ricerca. Se in età regia la legione identificava l'esercito per intero, durante la repubblica le maggiori esigenze operative han via via fatto aumentare il numero di legioni attive contemporaneamente, seppur in maniera contingente. Maestoso, evocativo, misterioso, il Vallo di Adriano è l'Inghilterra che non ci si aspetta, una terra che sa di lontananza, più di tante mete esotiche. [124] Una delle prime unità di contarii fu l'Ala I Ulpia contariorum militaria, di stanza nella vicina Pannonia inferiore, costituita successivamente alla campagna dacica di Traiano. La cavalleria legionaria, abolita nell’epoca di Gaio Mario, fu reintrodotta in modo definitivo da Augusto. Il comando era tenuto da un legato di rango senatorio, ma in epoca severiana venne sostituito da un praefectus di rango equestre. [70], La cavalleria legionaria, abolita nell'epoca di Gaio Mario, fu reintrodotta da Augusto. [30] e fu creata quella che, nell'immaginario popolare, è la fanteria legionaria: un'unità omogenea di fanteria pesante. La conquista e la sottomissione di disparati e in guerra tribù germaniche non fosse stato per una sfida romana. Diocleziano aveva scelto di rafforzare le difese, di costruire nuovi forti, anche se dotandoli di una quantità di truppe di difesa inferiore rispetto al periodo precedente. Erano alle dipendenze di un Magister ballistarius (attestato fin dal II secolo), che a sua volta era coadiuvato da un optio ballistariorum (attendente alla cura del comandante) ed un certo numero di doctores ballistariorum (sott-ufficiali). «Venivano in ordine sparso i corazzieri a cavallo, chiamati di solito "clibanari", i quali erano forniti di visiere e rivestiti di piastre sul torace. L'obiettivo della campagna militare consisteva nell'occupare le cosiddette “porte del Caspio” (passo di Darial), sottomettendo il popolo degli Albani e forse degli stessi sarmati Alani più a nord. Diocleziano creò una vera e propria gerarchia militare sin dalle più alte cariche statali, quelle dei "quattro" Imperatori, dove il più alto in grado era l'Augusto Iovio (protetto da Giove), assistito da un secondo Augusto Herculio (protetto da un semidio, Ercole), a cui si aggiungevano i due rispettivi Cesari,[135] ovvero i "successori designati".[134]. [96] Immediatamente a sinistra e a destra la prima e la seconda coorte di ausiliari, composte ciascuna da 480 uomini, mentre alle parti estreme le due ali di cavalleria ausiliaria (probabilmente numidica), formata ciascuna da 500 cavalieri divisi in 16 turmae. Le risposte per i cruciverba che iniziano con le lettere C, CO. Era assimilabile a una grande unità complessa odierna, di rango variabile tra una brigata e una divisione, ma soprattutto riuniva attorno a sé, oltre ai reparti dell'arma base, fanteria e cavalleria, altri reparti specializzati come frombolieri, sagittarii, esploratori e genieri. [181] Le perdite subite portarono all'ammissione in grosse quantità di ausiliari e foederati germanici (ad esempio Unni): ciò poteva portare benefici a breve termine, ma era deleterio a lungo termine, in quanto diminuiva gli investimenti nel rafforzamento delle unità regolari.[182]. Ciò potrebbe essere spiegato anche tenendo conto del fatto che il ceto senatorio era ormai disabituato a ricoprire responsabilità militari e appariva sguarnito delle competenze idonee a condurre gli eserciti. Il loro numero aumentò fino a 175 nel sec. [202] Il labaro, assieme al draco, una manica a vento purpurea retta da un'asta sfarzosa, precedeva le truppe in marcia alla testa dell'esercito.[203]. La cavalleria poteva essere leggera o pesante a seconda dell'armamento o della pesantezza dell'armatura. [159] Sulla base di quanto è stato esposto poco sopra vi erano quattro tipologie di legioni che: Costantino introdusse, quindi, nell'"esercito mobile" un nuovo tipo di unità (in aggiunta alle legiones e alle vexillationes): gli auxilia palatina, eredi delle unità ausiliarie, che dopo la constitutio antoniniana di Caracalla (212) erano state integrate nel tessuto imperiale. [3], Secondo la tradizione fu Romolo a creare sull'esempio della falange greca[4] la legione romana, inizialmente formata da 3 000 fanti (pedites) e 300 cavalieri (equites), scelti tra la popolazione. Grazie al grande successo militare della Repubblica e, in seguito, dell'Impero, la legione viene considerata come il massimo modello antico di efficienza militare, sia sotto il profilo dell'addestramento, sia dal punto di vista tattico e organizzativo. [141] Arriano riferisce invece la disposizione in otto ordini: i primi quattro composti da uomini armati di hasta; tra questi gli uomini assegnati al primo rango protendevano in avanti le aste, alla maniera della falange, mentre nel secondo, terzo e quarto rango i compagni nelle retrovie si apprestavano a mettere mano alle armi da lancio (dardi e giavellotti), e una volta scagliate, riprendevano in mano le lunghe lance e le spade per farsi sotto il nemico. Tuttavia potrebbero esserci strumenti di terze parti indipendentemente dalla volontà e responsabilità del webmaster. Insieme alle baliste venivano schierati anche gli onagri (catapulte chiamate così per il rinculo che producevano durante il lancio), che lanciavano massi ricoperti di pece, cui si appiccava il fuoco, creando vere "bombe incendiarie", con lo scopo di abbattere le difese nemiche, distruggendo mura ed edifici. Le vessillazioni in quest'epoca designavano, non più i distaccamenti legionari alto imperiali, ma reparti di sola cavalleria. Tra questi: Ricostruzione di un centurione dell'inizio del, Colonna di legionari disposta su due file e guidata da un, Voci su unità militari presenti su Wikipedia, La riforma di Servio Tullio (metà VI secolo a.C.), Dalla grande riforma augustea agli Antonini, I successori di Augusto: da Tiberio a Commodo, Comandi complementari interni alla legione, Dalla riforma di Diocleziano al consolidamento del potere costantiniano (285-324), Dall'ascesa di Costantino alla morte di Valente (324-378), Da Adrianopoli alla fine dell'Occidente (378-476), Dalla Gens Servilia all'anarchia militare, Conduzione degli assedi e macchine da guerra, Questo il significato etimologico che ne dà, Scheidel, W., 1996, "Measuring Sex, Age and Death in the Roman Empire", Le conquiste dei romani : fondazione e ascesa di una grande civiltà, Tale affermazione costituisce una congettura fondata sul fatto che l'ultimo a citare l'utilizzo del manipolo sia stato, Ovvero in una, due o tre "file" di centurie o manipoli, disposte cinque davanti e cinque dietro nella, Tale teoria si deve alla pubblicazione nel. A partire dalla seconda parte del regno di Costantino (dopo la vittoria su Licinio del 324),[149] molte delle legioni tradizionali (composte da 5 000/5 500 armati) cominciarono, in modo assai più evidente, a inviare loro vexillationes in forti/fortezze di nuova costruzione, o in città/borghi,[158] perdendo la loro abituale numerazione, ma soprattutto non facendo più ritorno alla sede principale della "legione madre". Nei secoli successivi subirono continui perfezionamenti, in potenza e tipologia di munizioni, divenendo i terribili "tormenta ", le artiglierie meccaniche dell'esercito romano, che restarono in servizio per ben otto secoli. [104], Galba portò a termine l'arruolamento delle legioni I Adiutrix (i cui effettivi erano costituiti da uomini che avevano prestato servizio nelle flotte italiche di Miseno e Ravenna)[101] e VII Gemina. Il percorso che egli compì, fu però graduale nel corso degli ultimi tredici anni di regno (dal 324 al 337, anno della sua morte), continuando poi con i suoi figli. La seconda fase era quella della contravallatio (controvallazione), utilizzata a Masada, consistente nella costruzione di una semplice palizzata, di un fossato o di fortificazioni più complesso come sistema di difesa dagli assediati. [122] A partire da questo periodo si cominciò a fare ricorso ad unità di contarii, truppe armate di contus, ad imitazione dello stile di combattimento aggressivo tipico di sarmati e iazigi, fondato sulla carica diretta. Ulteriore sviluppo della seconda era la fase (terza) della circumvallatio, utile ai fini della difesa dall'esterno e dall'interno del campo degli assedianti, impiegato da Cesare ad Alesia. Da Diocleziano alla caduta dell'impero. [37], Con la riforma mariana dell'esercito romano la cavalleria legionaria venne sostituita da speciali corpi di truppe ausiliarie o alleate a supporto e complemento della nuova legione romana.[32]. I forti erano dotati anche del valetudinarium, di un ospedale militare. A questo si affiancava la forza limitanea, sottoposta al controllo dei duces. [185] Vegezio lamentò poi che non si costruissero più accampamenti e riferisce le conseguenze nefaste di questa scelta. [41], Il cursus honorum prevedeva che nessuno potesse intraprendere la carriera politica senza aver prestato almeno 10 anni di servizio militare.[42]. La Notitia Dignitatum fornisce, infine, un quadro più o meno completo, anche se in gran parte anteriore alle grandi invasioni ed ai regni romano-barbarici, della struttura delle province e delle unità militari. Qui nel comitatus, costituito da due vexillationes di cavalleria (tra Promoti e Comites), e tre legiones (Herculiani, Ioviani e Lanciarii), ebbero ancora grande importanza le forze di cavalleria (vexillationes), che, ricordiamo, al tempo di Gallieno ne costituirono l'intera "riserva strategica mobile"[140]. [45], Con la riforma mariana, le legioni, ora schierate secondo il nuovo ordinamento coortale, venivano disposte normalmente su due linee (duplex acies), soluzione che permetteva di avere un fronte sufficientemente lungo ma anche profondo e flessibile.[46].