Come si accorsero dell’inverosimiglianza della confessione del Piazza dopo che avevano arrestato Mora, così si accorsero dell’inverosimiglianza della sua dopo che era stata rettificata. (Silvia). Ripete dunque la versione ufficiale e falsa. Proprio perché non esistono basi attendibili per autorizzare la tortura, i giudici si concentrano sulle “inverosimiglianze” del suo interrogatorio: il Piazza afferma di non sapere degli imbrattamenti sulle muraglie delle case e di conoscere soltanto di vista dei deputati con cui si era trovato in una parrocchia (quest’ultimo fatto è ininfluente ai fini del processo). Immediately the Church and the Inquisition scapegoat the two artisans for the outbreak, and subject them to trial by torture, despite the protests of Cardinal Borromeo. Padilla era capitano di cavalleria e si trovava con l’esercito nel Monferrato. Era diventata una scienza fare leggi a proprio piacimento, interpretare leggi particolari come generali. Prima di essere condannati chiesero di incontrare dei religiosi. Manzoni ritiene che Pietro Verri sia caduto in questo errore, enfatizzando l’iniquità delle leggi e la colpa degli autori, vedendo però a posteriori gli avvenimenti nel complesso. Padilla venne condotto a Milano il 10 gennaio 1631 ed interrogato. Qual è il giudizio che Manzoni dà delle affermazioni del Verri? Chi è il Padilla? Piazza nominò come persona grande il Padilla, figlio del comandante del Castello. Ma questo avverrà solo molto tempo dopo. Era stato assolto il presunto capo, mentre i presunti complici erano stati condannati: assolvendo il capo hanno praticamente ammesso di aver ucciso degli innocenti. Sotto minaccia di tortura, disse che avrebbe mantenuto la deposizione del giorno prima. Tuttavia, ribadisce ancora Manzoni, essi modificarono la pratica della tortura rendendola meno barbara e fecero posto a una giurisprudenza più ragionata e più ragionevole. Il servitore aveva parlato con Mora, che gli aveva detto che non aveva mai parlato con uno spagnolo e che non avrebbe riconosciuto Padilla se l’avesse visto; aveva sentito il suo nome e l’aveva ripetuto. Chiesto a Mora perchè avesse dato il vasetto a Piazza, rispose per interesse; conosceva gli altri presunti complici, ma non bene. ... Il Padilla verrà interrogato, ma alle sue negazioni si risponderà con la scarcerazione e la caduta delle accuse a suo carico; un personaggio troppo importante per inimicarselo. Morirà di peste in carcere il 18 dello stesso mese. Che ne dissero? La signora Caterina diffuse la notizia della presenza di un untore, tutti uscirono e videro una sostanza grassa giallastra sui muri, in particolare sulla porta del Tradate. È dalle sue memorie difensive (una stampata, una scritta e con le annotazioni del difensore) che il Manzoni afferma di aver ricostruito la vicenda. Interrogato, il Piazza ne nominò un altro, Girolamo Turcone. Tuttavia cerca con allusioni e anche lievi modificazioni dei fatti di mettere i condannati sotto una luce migliore. Giorgio Gaslini. Si pone così in contrasto non con le conclusioni del Verri, ma con i ragionamenti che vi hanno portato. Padilla venne processato come capo dell’operazione ma alla fine assolto. La storia della Storia della colonna infame. A short summary of this paper. Questi aveva consegnato al Baruello un unguento ancora da terminare e poi da spargere in giro. Si utilizzarono degli espedienti con Spinola perchè il giudice del senato non poteva concedere l’immunità, ma solo il principe o il governatore in sua vece. Capitolo V- Coinvolgimento del Padilla e uccisione di Mora e Piazza. Torturarono Piazza la prima volta nonostante il diritto romano dicesse che non era possibile cominciare dalla tortura e se ciò fosse concesso, sarebbe stato solo in conseguenza di indizi verosimili e chiari. giudici per proferir due condanne, vedremo ora come lavorassero e riuscissero, per. Alessandro Manzoni - La storia della Colonna Infame camente e moralmente impossibile. Il complesso di leggi non aveva un intento generale e chi le interpretava assumeva il ruolo di legislatore. (era una prova della sua frode e voleva distruggerla). Piazza venne torturato di nuovo il 23 Giugno per ordine del Senato con la legatura del canapo (mani tirate su con una corda e sei appeso, si slogano spalle e polsi): la legge non venne applicata a torto, venne proprio ignorata. Nelle riforme che avvengono per gradi, i primi che modificano pensano di fare una grande cosa, mentre chi viene dopo accusa gli autori, trovando la legge ancora cattiva. Inizialmente si lasciava la decisione se la tortura si potesse utilizzare oppure no all’arbitrio, al potere discrezionale del giudice. L’uomo teneva una carta in mano e toccava i muri delle case come se vi stesse scrivendo sopra qualcosa. Mora venne interrogato in merito alle sue relazioni col commissario, al quale aveva solo parlato dell’unguento. L’unica accusa a suo carico proveniva da un presunto complice, ed era nulla perchè pronunciata con un accordo di impunità. Impunità e tortura avevano portato a due storie, che però i giudici volevano riuscire a fondere in una sola. Vi proponiamo la prima parte del Settimo Capitolo dellâopera di Alessandro Manzoni Che cosa accadde di loro? Poi l’uomo tornò indietro per la stessa strada e incrociò un Commissario di Sanità, con cui scambiò due parole. La legge romana non diceva di più: era ad arbitrio del giudice ascoltare prima gli indizi e poi decidere nel caso di utilizzare la tortura, se l’avesse ritenuto necessario. Andava rasente al muro perchè pioveva, ma la signora Caterina riteneva che avesse scelto un giorno di pioggia per diffondere di più il morbo. Piazza cercò di inventare tenendosi il più vicino possibile ai fatti reali. Egli riteneva che la presenza di un “pesce grosso”, quale era il Padilla, nella rete della giustizia avrebbe permesso ai “pesci piccoli” come lui di salvarsi. 0. La casa di Mora viene demolita, lo spazio viene definito non edificabile e si costruisce la colonna di infamia. Storia della colonna infame/12 Anche gli scrittori credettero alla calunnia. Essa era fondamentale alla validità della confessione in quanto valeva il principio che "nessuno commette un delitto senza cagione"; di conseguenza nessuna confessione pronunciata sotto tortura aveva valore "se non c'era espressa la cagione del delitto". Dopo le confessioni il Senato milanese li condanna a morte: i due untori rei confessi, legati schiena a schiena, vengono caricati su un carro, attorniato da una folla inferocita. Capitolo VI-Processo a Baruello e Padilla. Manzoni apprezza l’occasione che gli viene così data di criticare i poeti che non mettono il “santo Vero” al primo posto, coma fa lui. Le cause di questi comportamenti sono principalmente rabbia e timore. Guglielmo Piazza and Giacomo Mora are depicted as two city's artisans (really only Mora, a barber, was an artisan while Piazza was a sanity officer). .... Manzoni ritiene che questi privati e non legislatori, dopo aver attinto a varie leggi o all’idea universale di diritto, idearono una legislatura criminale, o aprirono la strada per questo. Chi altri fu denunciato dal Mora? Inizialmente il Mora, arrestato col figlio, pensò che fossero venuti perche' distribuiva un unguento senza licenza. Li pongono allora a confronto, facendo in modo che con questo pretesto il Mora venisse a conoscenza di quello che avrebbe dovuto confessare. In un punto arriva anche a lamentarsi della sua condizione, per cui non gli è possibile esprimersi liberamente. La colonna infame fu atterrata nel 1778; nel 1803, fu sullo spazio rifabbricata una casa; e in quell'occasione, fu anche demolito il cavalcavia, di dove Caterina Rosa, L'infernal dea che alla eletta stava(75) , intonò il grido della carnificina: sicché non c'è più nulla che rammenti, né lo spaventoso effetto, né la miserabile causa. Tuttavia la confessione non era valida se non era espressa la vera ragione del delitto. A entrambi furono poi comunicati gli atti, gli vennero dati 2 giorni invece di 3 per presentare le difese e asseganti avvocati d’ufficio; quello di Mora si rifiutò perchè non aveva le qualità necessarie per farlo. Mora e Baruello erano gli unici ad aver deposto di essere venuti a contatto con lui, indicando anche i tempi degli incontri; in nessuno dei due periodi inventati Padilla era a Milano. Si inventò storie una più inverosimile dell’altra e non gli credettero. ), che non sapevano chi dei due fosse il vero colpevole. L’uomo inizialmente non confessa, essendo rassegnato alla sua sorte, ma sotto nuove torture lo fa. Piazza decise di offrire alla autorità degli ipotetico complici del delitto, pensando che altrimenti la tortura si sarebbe ripetuta ogni giorno. I due fecero stendere ai religiosi delle ritrattazioni di tutto ciò che avevano detto durante la tortura. Nel 1842 Alessandro Manzoni pubblica un breve saggio storico, dal titolo Storia della Colonna Infame.Lâopera, nata in seno al Fermo e Lucia, sviluppata come appendice ai Promessi sposi e infine diventato titolo autonomo, narra il processo iniziato a Milano nel 1630 contro lâispettore della sanità Guglielmo Piazza e il barbiere Gian Giacomo Mora. In realtà le autorità erano alla ricerca di un capro espiatorio per fare contenta la popolazione, trovando i colpevoli di un delitto che non c’era ma che si voleva. Venne poi rilasciato perché avrebbe compromesso anche il Padilla. Davanti a Mora, Piazza lo accusò. Avuto notizia degli sviluppi, Piazza disse di aver sentito di altri complici: Baldassarre Litta e Stefano Buzzio, che erano stati nella casa di Mora. Afterwards, a pillar (The Infamous Column of the title) is erected in the square which beheld their execution, with a warning for the masses, to guard against eruptions of public hysteria ever again. Entrambi vennero arrestati, interrogati e torturati, ma continuarono a negare e vennero rilasciati. Riepilogo puntate precedenti. Nonostante ciò il Vedano, nominato solo da Baruello perchè era l’unico che conoscesse direttamente Padilla, fu torturato il giorno della morte di Baruello. Il 22 maggio fu sottoposto a un terzo esame e gli raccontarono la loro versione della storia. La necessità di interpreti ha caratterizzato la storia umana, inoltre questa condizione è succeduta a una peggiore. La colonna infame fu atterrata nel 1778; nel 1803, fu sullo spazio rifabbricata una casa; e in quellâoccasione, fu anche demolito il cavalcavia, di dove Caterina Rosa, Lâinfernal dea che alla eletta stava(75), intonò il grido della carnificina: sicché non câè più nulla che rammenti, né lo spaventoso effetto, né la miserabile causa. It is 1630, and a devastating plague has descended upon the city of Milan. Alla richiesta di nominare i compagni di Piazza, accusò Foresari e Baruello; li aveva già sentiti nominare precedentemente e temeva di essere torturato perchè i giudici ritenevano non verosimile che non sapesse chi fossero i complici. Un uomo viene visto aggirarsi in modo sospetto allâalba: non solo cammina ostentando furtività, ma si mette anche costantemente le mani su bocca e naso. Il figlio Gaspare non calunniò nè se stesso nè altre persone; lo torturarono ma non disse niente. Mora dice ai giudici di chiedere a Piazza il motivo del delitto, perchè lui non c’entrava; li rimette a un altro perchè possano chiarirsi come mai un solo motivo possa averlo spinto al delitto. (Arma). Era inverosimile che Padilla, un comandante spagnolo, e Mora, un semplice barbiere, si conoscessero direttamente: intimato di indicare un intermediario, Mora nominò Don Pietro di Saragozza, personaggio di fantasia. Storia della colonna infame, Alessandro Manzoni, 1840 Di Gianluca Cinelli Piranesi - Carceri Nel 1840, pubblicando la versione definitiva dei Promessi sposi, Alessandro Manzoni aggiunse in appendice al volume un breve scritto noto come la Storia della colonna infame, dedicato alla ricostruzione storica del processo che a Milano nel 1630 vide due uomini imputati e⦠Nominò lui per due motivi: era figlio di un potente, che avrebbe potuto disturbare il processo; si diceva che nelle unzioni del 18 maggio fossero coinvolti degli ufficiali spagnoli. Capitolo III-Interrogatorio e accordo Piazza; accusa a Mora. Dopo lunghe ricerche, le autorità individuarono Pietro Verdeno di Saragozza come colpevole; lo torturarono, ma lui continuò a sostenere di essere stato a Napoli nel periodo delle unzioni e venne rilasciato. Negò, un prete lo raccomnadò a un membro del senato e gli venne offerta l’impunità, che accettò l’11 settembre. Mora inizialmente aveva confermato l’esistenza di una persona che gli aveva dato i soldi, tuttavia ha nominato Padilla solo dopo un confronto con Piazza, in cui gli è stato fatto capire cosa si voleva che dicesse. E’ possibile dividere la vicenda in 3 macrosequenze, che ci aiuteranno nella datazione. Venne nominato un altro difensore per Mora. Il Mora continuava a ripetere le stesse cose, appunto giudicate contraddittorie o insufficienti: che egli conosceva appena il Piazza e che aveva strappato il biglietto senza badarci, in preda alla confusione ingeneratagli dal momento, e che se avessero ricomposto il foglio e letto il contenuto sarebbe stato probabilmente in grado di spiegare cosa fosse (cosa che non venne fatta). Quando l’auditore gli porse la ricetta dell’unguento, Mora la strappò, mentre avrebbe dovuto darne spiegazioni. Fu decretato che la sua casa dovesse essere demolita e al suo posto edificata una colonna d’infamia. I giudici di questo erano meno convinti. Si diceva che Matteo Volpi fosse stato presente a un colloquio tra Mora e Piazza in cui comunicava che gli avrebbe dato l’unguento. Inoltre citare proprio il Padilla fra i vari nobili e cavalieri spagnoli aveva un ulteriore vantaggio, dato che era il figlio del castellano e che quindi costui avrebbe fatto di tutto per liberarlo, giungendo anche ad interrompere il processo. Anche ai giudici parve strana la relazione tra il barbiere e il commissario spagnolo, così chiedero a Mora chi fosse l’intermediario: nominò Don Pietro di Saragozza, almeno questo personaggio inventato. Tuttavia Manzoni ritiene che non ponga abbastanza l’accento sulla malafede dei giudici e che esageri a colpevolizzare gli interpreti della legge. Il capitano di giustizia e il notaio si recarono in via della Vetra, trovando muri bruciati o appena imbiancati, perchè li si riteneva unti. Ergo, è sufficiente essere una persona [â¦] Come viene coinvolto? Narra la deposizione delle donne (Costa): La prima donna chiamata a testimoniare è Caterina Rosa: racconta di aver visto dalla finestra di un cavalcavia un uomo che camminava lungo via della Vetra de’ Cittadini, vestito di una cappa nera e di un cappello che gli copriva gli occhi. La sentenza venne eseguita il 1 agosto. Il 30 Giugno Mora fu interrogato nuovamente, ma non c’erano abbastanza elementi per torturarlo. HARRISBURG, Pa. (WPVI) -- The Pennsylvania Attorney General's Office said 13 people are being charged after an investigation into alleged drug dealing in the western part of the state. Anche da questa tortura non esce una confessione. Dareus Prossemica. Storia della colonna infame, second part of Alessandro Manzoni's Ipromessi sposi, appears to be the most faithful to the text published in installments between 1840 and 1842. (Cerve). Perché? Alla domanda dei giudici sul perchè non avesse confessato prima, Piazza rispose che era a causa dell’acqua datagli da Mora, che gli provocava troppe sofferenze. ( 1972) Language. Negò di conoscere la strada e l’osteria dove Mora aveva detto di averlo incontrato e negò di conoscere anche Don Pietro d Saragozza. Cultura; 27 Marzo 2020. Investment products and services are offered through J.P. Morgan Securities LLC (JPMS), a registered broker-dealer and investment advisor, member of FINRA and SIPC.Annuities are made available through Chase Insurance Agency, Inc. (CIA), a licensed insurance agency, doing business as Chase Insurance Agency Services, Inc. in Florida. I giudici trovavano inverosimile che Mora avesse agito solo per interesse. Allora ricorsero all'espediente degli inverosimili: uno fu il fatto che il Mora continuasse a negare di essere amico del Piazza e che egli fosse mai stato a casa sua, mentre glia aveva al contrario promesso l'unguento presunto salvifico; l'altro fu il fatto che non desse una spiegazione sufficiente del motivo per cui aveva strappato il biglietto. Associano alla crudeltà l’idea di ignoranza e invitano alla moderazione e alla benignità. Oltre a un grave danno al buongusto, il protagonista della Storia della Colonna Infame, che abbiamo appena incontrato, si muove in clima di peste. Perché era importante la "cagione"? Nelle carceri si trovò Pietro Verdeno, nato a Saragozza e accusato di furto. Si sosteneva che non ci fosse traccia nelle leggi di indicazioni su chi potesse essere torturato, ma c’era nelle leggi romane. Anche il Muratori sembra convinto della reità dei condannati, ma poi fa delle osservazioni generali sulle condanne di innocenti che alludono al contrario. Manzoni specifica nella premessa alla Colonna Infame di voler riesaminare l’intera vicenda che già aveva trattato il Verri nel suo “Osservazioni sulla tortura” e di volerne emendare gli errori non per la maggior grandezza sua ma per la diversa prospettiva che si acquisisce con lo scorrere del tempo. ), ricordava la reazione del pubblico dei lettori, all'insegna della delusione, quando, essendosi pre-parato a leggere un romanzo, "si reputò dunque ingannato" poiché si era trovato di- Quando l'auditore con la "sbirraglia" andò ad arrestare il barbiere Giangiacomo Mora lo trovò nella bottega. 1972. Da questa âcolonna infameâ Manzoni prende il titolo per la sua opera. Chiesero poi a Mora chi fosse la persona grande; riuscirono a fargli dire il nome dopo un confronto col Piazza, portandolo a dire ciò che volevano. Primo capitolo. Il 22 Giugno Guglielmo Piazza fu arrestato; la sua sicurezza e il fatto che non era fuggito furono presi come indizi di colpevolezza; frugando nella sua casa non si trovò nulla, altro indizio di colpevolezza. Capitolo IV-Interrogatorio e condanna Mora. I giudici condannarono degli innocenti ma, anche crdendo alle unzioni e con una legislazione che permetteva la tortura, avrebbero potuto riconoscerli innocenti; anzi, hanno dovuto ricorrere a improbabili esperienti per riconoscerli colpevoli. In realtà le autorità erano alla ricerca di un capro espiatorio per fare contenta la popolazione, trovarono i colpevoli di un delitto che non c’era ma che si voleva. Nel 1630 dei giudici accusarono Giangiacomo Mora e Guglielmo Piazza di essere untori, li torturarono per ottenere una confessione. It is this matter which he takes up in âLa Storia della Colonna infame.â 6: One morning in June, 1630, a woman standing at a window in Milan saw a man enter the street della Vetra de Cittadini. Manzoni apre una digressione per spiegare come tutta la “Storia del regno di Napoli” sia interamente copiata del Nani e dal Parrino. Ritennero vero quello che prima avevano ritenuto inverosimile col Piazza. Tuttavia in prigione ha poi rivelato che non conosceva Padilla e non l’avrebbe riconosciuto. They are put to death upon the wheel. Egli fu allora imprigionato e interrogato diverse volte. Impunità e tortura avevano portato a due storie, che però i giudici volevano riuscire a fondere in una sola. Le accuse erano le solite: come faceva a non conoscere Piazza? Cagione che non solo gettò i giudici nell'indecisione riguardo la verosimiglianza, ma che sul momento era anche opposta a quella addotta dal commissario. 2A. In realtà la legge stabiliva che la bugia, per essere indizio alla tortura, doveva riguardare l’atto di accusa e che doveva essere provata o da una confessione del reo o da almeno due testimoni; non è questo il caso perché le due presunte inverosimiglianze non sono direttamente collegate all’atto di accusa, ma poiché, come afferma lo stesso Manzoni, “i giudici non cercavano una verità, ma volevano una confessione”, le procedure giuridiche sono stata sorpassate. https://en.wikipedia.org/w/index.php?title=The_Infamous_Column&oldid=961005983, Films based on works by Alessandro Manzoni, Articles containing Italian-language text, Creative Commons Attribution-ShareAlike License, This page was last edited on 6 June 2020, at 03:52. In quanto contemporaneo alla vicenda gli fu chiaro da che parte stava la verità, ma sempre in quanto tale non poté sostenere apertamente la sua opinione, cosa che l’avrebbe portato allo scontro con l’idea dominante del popolo, appoggiata dai potenti e alla condanna del libro. Il processo al Padilla dura circa due anni, dopo i quali viene assolto. La Colonna infame, quinto capitolo. In particolare la cagione addotta dal Mora era di tipo economico. Mora conferma l’esistenza di questa persona, ma non dice chi sia. In this essay, all the references to Ipromessi sposi and Storia della colonna infame will be made to the Nigro's edition, which will be abbreviated as PS/CI. Storia della Colonna Infame/5 «Così eran riusciti a parlargli dellâimputazione, senza doverla discutere; non per cavar dalle sue risposte i lumi necessari allâinvestigazion della verità, non per sentir quello che ne dicesse lui; ma per dargli uno stimolo potente a dir quello che volevan loro». Quale cagione fu addotta all'unzione dal Mora? La Storia della Colonna infame racconta il processo ai presunti untori milanesi Guglielmo Piazza e Giangiacomo Mora (e agli altri da loro trascinati nel processo nel tentativo di scampare alla condanna) torturati e barbaramente uccisi a Milano nel 1630. Viene poi citato Pietro Giannone, che ha semplicemente copiato l’opera del Nani a questo riguardo. READ PAPER. Giudicarono inverosimile che non avessero avuto contatti, dato che si fa ungere una persona di cui ci si fida. Che cosa accadde dei principali accusati? Trovarono inoltre un biglietto che il Mora impulsivamente stracciò. According to a superstitious belief held by the people, these untori were in league with the Devil, and were responsible for the spread of the pestilence. Verri sosteneva che nelle leggi non c’era traccia della tortura, quando invece nel passato c’era stata e già molti prima di lui si erano opposti, invitando anche i giudici a non inventare nuove torture; nessuna critica invece è stata mossa per essere stati troppo teneri con un condannato. Il Padilla, nobile spagnolo, infatti viene arrestato ma non subisce alcun tipo di tortura, e dopo due anni di processi viene assolto. Non è colpa delle leggi o dell’ignoranza se ritenevano inverosimile ciò che diceva. (Re). Ultimo arriva il Verri, che difende finalmente i poveri condannati e si scaglia contro la tortura e le superstizioni. Sarebbe scoraggiante pensare che certe azioni siano dettate da cause non legate all’arbitrio umano, si arriverebbe a negare o accusare la Provvidenza. (Masca). Piazza si deve considerare colpevole perchè, nonostante fosse innocente per le unzioni, aveva calunniato e accusato un altro innocente, condannandolo ad altre sofferenze. Download Full PDF Package. Chiestogli direttamente se avesse dato a Piazza l’unguento per ungere le mura, negò, ma non gli credettero. Piazza aveva indicato Padilla come la persona grande che aveva dato i soldi a Mora. Ammise di conoscere Vedano e Fontana, suocero del primo e nominato come complice dal Baruello. La colonna infame fu atterrata nel 1778; nel 1803, fu sullo spazio rifabbricata una casa; e in quell'occasione, fu anche demolito il cavalcavia, di dove Caterina Rosa, L'infernal dea che alla eletta stava(75) , intonò il grido della carnificina: sicché non c'è più nulla che rammenti, né lo spaventoso effetto, né la miserabile causa. Ci furono molti altri accusati secondari, ma Manzoni decide di parlare solo di Mora e Piazza perchè sono sempre stati considerati i principali colpevoli. Regolamento derivante dal fatto che molti imputati sotto tortura si assumevano le colpe di delitti non commessi solo per sottrarsi alle sofferenze. (Calle). Introduzione. Ai giudici disse che era stato Mora a consegnargli l’unguento pestilenziale da spargere sui muri per diffondere il contagio, in cambio di soldi. The Infamous Column (Italian: La colonna infame, also known as Pillar of Shame) is a 1972 Italian historical drama film directed by Nelo Risi.[1][2]. R. L’unica citazione poetica è del Parini, che sostiene ancora una volta la sentenza dei giudici, scagliandosi contro gli untori. (1840). Il momento in cui scrive non è quello più adatto a farne la storia in modo imparziale, dato che si sta sovvertendo un sistema. Premessa-Obiettivi e riflessioni di Manzoni. Download with Google Download with Facebook. La seconda, Ottavia Bono, racconta, dello stesso uomo, di averlo visto fermo alla fine di un muro di un giardino, e anch’ella sostiene che tenesse una carta in mano: descrive come abbia visto l’uomo porre una mano sopra la carta e poi sfregarla sul muro vicino al quale si era fermato. Verri dice che le accuse a Padilla furono smentite da tutti tranne che da Mora, Piazza e Baruello, due mossi a mentire dall’impunità, uno dalla tortura. Oltre alla copia stampata ce n’è una manoscritta, ricca di postille dell’avvocato difensore; questa copia appartine al conte Pietro Verri, ma suo figlio il conte Gabriele l’ha concessa a Manzoni per informarsi. Tuttavia l’ingiustizia poteva essere vista da chi la commetteva e se si sono comportati in questo modo è stata per loro decisione. I tribunali intervanivano solo per sottrarre l’accusato all’ira della folla. Tuttavia con Piazza cominciarono dalla tortura: non volevano una verità, ma una confessione, dato che ormai tutti lo ritenevano colpevole e le autorità avevano un’immagine da difendere. Baruello venne accusato anche da Girolamo Magliavacca, gli venne proposta l’impunità ma morì di peste il 18 settembre 1631. Nel secondo esame disse di non aver mai avuto a che fare con Mora, Baruello e Magliavacca. Per quanto riguarda le fonti, Manzoni ci informa che gli scritti da cui ha attinto più dati sulla vicenda sono lo scritto di Verri e degli scritti originali sul processo usati da uno degli accusati di alto rango, don Giovanni Padilla, per propagandare la propria innocenza riguardo l’ accaduto. Create a free account to download. Narra le circostanze dell'arresto di Giangiacomo Mora (Deru). La sentenza era di condurli su un carro al luogo del supplizio, tanagliati con ferro rovente, tagliata loro la mano destra, spezzate le ossa con la rota e in quella intrecciati vivi e sollevati in alto; dopo sei ore scannati, bruciati i cadaveri, le ceneri gettate nel fiume, demolita la casa di Mora, reso quello spazio inedificabile per sempre e su di esso costruire una colonna d’infamia.